Hanno preso il via stamattina al Quirinale le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al fine di verificare la possibilità di maggioranze di governo. Come da prassi i primi due esponenti istituzionali saliti al Colle sono stati i presidenti di Senato e Camera. Intorno alle 10.30 Mattarella ha ricevuto nello Studio alla Vetrata la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo circa un'ora è stata la volta del presidente della Camera Roberto Fico, che - arrivando al Colle a piedi insieme al segretario generale di Montecitorio, Lucia Pagano, e al capo del cerimoniale - ha scherzato con i cronisti: «È la seconda volta, stiamo facendo allenamento, abbiamo migliorato un po'». Fico si è intrattenuto con Mattarella per un quarto d'ora.
Alle 12.30 è arrivato il senatore a vita e presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. L'ex inquilino del Colle è andato via dopo una mezz'ora senza rilasciare dichiarazioni, come peraltro avevano fatto già i due presidenti delle Camere.
La tabella di marcia è ripresa alle 16 con il gruppo delle Autonomie al Senato.
Poi alle 16.45 con il gruppo Misto del Senato, guidato dalla capogruppo Loredana De Petris, accompagnata dal socialista Riccardo Nencini, da Pietro Grasso, leader di Liberi e uguali e da Emma Bonino (+Europa). Dopo tre quarti d'ora sono arrivati i gruppi del Misto alla Camera, guidati dal presidente Federico Fornaro, con i cinque vice: Guglielmo Epifani (Leu), Manfred Schullian (Minoranze Linguistiche), Maurizio Lupi ("Noi con l'Italia"), Beatrice Lorenzin, (Civica popolare-Ap-Psi-Area Civica) e Alessandro Fusacchia, (+Europa- Centro democratico).
Alle 18.30, infine è stata la volta di Fratelli d'Italia, la cui delegazione è composta dai capigruppo di Senato e Camera, Stefano Bertacco e Fabio Rampelli, da Giorgia Meloni, capo del partito. Il coordinatore Guido Crosetto, che doveva esserci, a poche ore dall'appuntamento ha annunciato la sua assenza, postando una foto che lo ritrae in una stanza di ospedale al Gemelli di Roma dove sta effettuando dei controlli per un rischio di infarto. Meloni, prima di entrare al Quirinale gli ha fatto gli auguri di pronta guarigione. Poi, andando anche lei a piedi, ha dato una frecciata al M5s: «"Volevo venire in autobus ma la Raggi ha tagliato le corse e non passano». Dopo l'incontro con Mattarella ha ribadito di aver chiesto l'incarico a Salvini e ha sollecitato l'unità del centrodestra, andando uniti nel caso di un secondo giro e invitando la Lega a non «cadere nella trappola» del M5s per dividere la coalizione.
Toninelli (M5s): Di Maio premier e un patto serio
Intanto il presidente dei senatori pentastellati, Danilo Toninelli, anticipa le proposte che il suo gruppo avanzerà domani, nel secondo giorno delle consultazioni. «Proporremo al Capo dello Stato e alle altre forze politiche un contratto di governo serio, scritto nero su bianco alla tedesca. Ovviamente con Luigi Di Maio premier», ha detto, parlando a Palazzo Madama.
Un contratto «che abbia all'interno non solo i temi del nostro programma ma anche dei temi del programma delle altre forze politiche - ha aggiunto Toninelli -. E che abbia come scopo quello di risolvere i problemi degli italiani, perché questo è il vero cambiamento che gli elettori hanno dato con il voto del 4 marzo».
E Di Maio in un post sul suo blog chiede a Lega e Pd degli incontri al fine di "trovare una soluzione per uscire dal vicolo cieco in cui ci ha messo questa pessima legge elettorale". Quello che propone Di Maio è "un contratto di governo come quello che viene sottoscritto dalle principali forze politiche in Germania dal 1961" e che consente anche a forze politiche alternative, o molto distanti tra loro, di trovare un'intesa esclusivamente sulla base di un programma condiviso.
"Proponiamo di scrivere insieme questo contratto di governo alla Lega o al Partito Democratico", scrive il leader grillino. Ma con due condizioni dirimenti: i leghisti si liberino dell'accordo con Silvio Berlusconi, "un uomo che ha già avuto la possibilità di cambiare l'Italia e che non lo ha fatto"; i democratici abbandonino la linea di Matteo Renzi "che per fare un dispetto al MoVimento 5 Stelle vuole lavarsene le mani dei problemi del Paese".
Non tarda ad arrivare la risposta di Berlusconi che, in una breve nota emessa al termine di una riunione con i vertici del suo partito in vista della salita al Colle di domani, ribadisce "con forza l'unità della coalizione e l'indisponibilità per qualunque forma di dialogo o ipotesi di Governo con chi pone veti inaccettabili in una democrazia".
L'apertura di Leu al M5s
Il movimento incassa l'apertura di Leu che con Pietro Grasso ha espresso al Colle «la disponibilità, con senso di responsabilità, a aprire un dialogo con forze che in via prioritaria abbiano nei programmi temi per noi essenziali, come un piano di investimenti, i diritti dei lavoratori, il rafforzamento del welfare e del Sistema sanitario nazionale, il diritto allo studio e all'ambiente». Dialogo che, ha precisato l'ex presidente del Senato, esclude il centrodestra. Campo dal quale si fa sentire Maurizio Lupi (Nci), per il quale il centrodestra «ha avuto la maggioranza relativa, è la prima coalizione», ora in vista della necessità di dare un governo al Paese «porre veti è controproducente». Una sorta di "assaggio" della posizione di Forza Italia, che oggi si è riunita a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi, in attesa di salire al Colle domani.
Giovedì tocca ai quattro maggiori partiti
La giornata di domani, che chiude il primo giro di consultazioni sarà aperta alle 10 dal Pd: a colloquio con il capo dello Stato andranno i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, il segretario Maurizio Martina e il presidente del partito Matteo Orfini.
Alle 11 tocca a Forza Italia con una delegazione a tre: le capigruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini e il presidente Silvio Berlusconi, senza Antonio Tajani («Do una mano al partito ma non andrò al Colle», ha spiegato il presidente dell'Europarlamento).
Un'ora dopo spazio all'altro pezzo del centrodestra, la Lega: Matteo Salvini sarà al Quirinale con i presidenti dei gruppi Giancarlo Giorgetti e Gian Marco Centinaio.
L'ultima parola ai Cinque Stelle, attesi alle 16.30 con Luigi Di Maio e i capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo.