La home-page del sito CaritasInmigration
Seguendo l’invito di Papa Francesco, di “aprire le nostre porte al debole e al povero” perché “ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore”, Caritas Italiana lancia un nuovo portale, interamente dedicato alle migrazioni.
“CaritasInmigration”, così si chiama il nuovo canale web dell’organismo pastorale che vuole essere uno strumento utile per capire e aiutare chi fugge dalla guerra, dalla fame e dalla povertà. Ci sono i numeri: la percentuale di stranieri, aggiornata al 2016, dei migranti e dei rifugiati accolti nei comuni sull’intero territorio nazionale. Ci sono i servizi e i progetti che Caritas Italiana ha avviato per i migranti ma ci sono anche pagine per “riflettere” sul fenomeno che troppo spesso viene strumentalizzato da una certa politica e che non aiuta a comprendere le cause che stanno all’origine della tanto temuta “invasione” – che poi invasione non è, se si leggono attentamente i numeri.
“Questo strumento nasce con l’obiettivo di essere un canale di comunicazione e coordinamento sul tema delle migrazioni – spiega Ferruccio Ferrante, responsabile comunicazione dell’organismo pastorale - ed essere riferimento per le Caritas diocesane per quanto concerne le attività e i progetti che si stanno realizzando, favorendo l’analisi, l’organizzazione, la diffusione di materiali, dati e news, anche in una prospettiva pedagogica e di animazione delle comunità territoriali. Per facilitare la comprensione dei dati e dei materiali raccolti si fa ricorso anche nuove modalità di comunicazione, quali sistemi di informazione geografica, infografiche e story-board”.
Il portale ha anche una sezione speciale (Webgis) che attinge ai dati di Acnur, Oim, Eurostat, Undp attraverso i quali è possibile elaborare tutti gli indici di sicurezza interna del Paese che possono avere un impatto nel determinare i flussi migratori. Uno strumento per capire perché in tanti, ad esempio, stanno migrando da una particolare area geografica.“La speranza è che possa contribuire – conclude Ferrante - secondo l’auspicio del Santo Padre, a “far crescere la cultura dell'incontro nell'unica famiglia umana”".