lunedì 21 ottobre 2024
I dati emergomo da un recente dossier di Antigone. Il governo promette quattro nuovi (o riadattati) isituti per under 18: a Rovigo, L'Aquila, Santa Maria Capua a Vetere e Lecce
L'interno di un carcere

L'interno di un carcere - Fotogramma

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Rovigo, L'Aquila, Santa Maria Capua Vetere, Lecce. Sono i punti di una nuova mappa che potrebbe prendere forma, quella dell'ampliamento delle carceri minorili: quattro istituti penali per minorenni (Ipm) da aprire o riaprire, di fronte al «costante aumento del numero di detenuti». Dopo il Decreto Caivano, un ulteriore tassello della strategia del governo contro la criminalità giovanile è tratteggiato nello «schema di decreto del ministero della Giustizia» inviato nei giorni scorsi «per opportuna informativa» anche ai sindacati di Polizia penitenziaria.

Nel documento, visionato da Avvenire e dedicato a una più ampia «riorganizzazione dei Centri per la giustizia e del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità» sulla scorta di precedenti decreti, scorre anche la previsione dell'attivazione di nuove strutture detentive. Non un fulmine a ciel sereno, perché alcune indiscrezioni erano già trapelate: per l'Ipm di Rovigo si ipotizzava proprio nei giorni scorsi una riapertura per la fine del 2024; l'Ipm di Lecce e dell'Aquila erano attivi in passato (a L'Aquila fu chiuso dopo il terremoto del 2009). Per questo, appunto, la bozza del decreto indica l'istituzione delle quattro nuove strutture, oltre alla creazione del Centro di prima accoglienza di Venezia (sono istituti dedicati ai minorenni fermati o arrestati in flagranza di reato).

Se le carceri per adulti scoppiano, anche quelle per minori vivono un sovraffollamento senza precedenti recenti. Nelle scorse settimane, un dossier di Antigone rilevava come tra l'ottobre 2022 – entrata in carica del governo – e l'ottobre 2024 le presenze negli Ipm siano aumentate di quasi il 50%. Che la situazione si sia fatta critica lo riconosce anche la relazione del ministero della Giustizia allegata allo schema di decreto inviato ai sindacati: «Negli ultimi anni il sistema della giustizia minorile ha affrontato importanti emergenze – si legge nel documento –. L’incremento degli ingressi ha comportato maggiore complessità nella loro gestione. Rispetto agli ultimi dieci anni, nel 2024 si sta registrando, per la prima volta nel settore minorile, una criticità connessa al sovraffollamento degli istituti». Traduzione in numeri: al 15 settembre si contavano 550 reclusi per 516 posti, con un tasso di affollamento del 107%.

Paradossalmente, sono proprio i cantieri già avviati in alcune strutture ad aver ridotto gli spazi: «I lavori di ristrutturazione di numerosi istituti, anche in attuazione del Piano nazionale complementare al Pnrr, hanno determinato un’inevitabile compressione degli spazi di pernottamento a disposizione dell’utenza, in particolare nel nord Italia. Tale contrazione degli spazi ha acuito i problemi di sovraffollamento dovuti a preesistenti cantieri, a causa di lavori in fase di completamento, soprattutto presso l’Ipm di Milano e l’Ipm di Firenze».

È proprio al Nord, osserva la relazione, che l'incremento dei giovani detenuti è più marcato. La riorganizzazione ipotizzata dal ministero comprende anche altri passaggi, come la soppressione di alcuni centri diurni polifunzionali e di alcuni centri di prima accoglienza, con lo spacchettamento di alcune direzioni: per esempio, la direzione del Centro di prima accoglienza di Milano diverrebbe separata dalla direzione del “Beccaria”, e questo per «assicurare una più efficace gestione del personale e degli interventi rispetto alla specificità dei servizi».

Ma il tema di più stringente attualità è quello dell'aumento degli ingressi in carcere, a cui si risponde con altre carceri: «Il decreto – prosegue la relazione – prevede l’istituzione dei nuovi Ipm nelle città de L’Aquila, Lecce, Rovigo e Santa Maria Capua Vetere. Le sedi di Lecce e L’Aquila hanno ospitato già in passato istituti penali per i minorenni; nella sede di Rovigo i lavori sono in corso già da tempo; per la sede di Santa Maria Capua Vetere, questo Dipartimento ha già disponibilità del complesso di immobili, che però attualmente ospita un centro diurno polifunzionale, e va pertanto riadattato alla nuova destinazione d’uso, con riallocazione delle risorse».

Resta un tema di fondo, ed è quello del disagio dei giovanissimi. Soprattutto tra chi finisce nei circuiti penali: «È stato osservato come le situazioni dei minori dell’area penale siano spesso collocate in una linea di confine tra il disagio sociale e il disagio psichico e richiedono di essere riconosciute e accolte da un sistema integrato di interventi».

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