Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo il pacco bomba inviato a un cronista della Stampa, scrive una lettera al direttore del quotidiano torinese per "esprimere a lei e al giornalista così pesantemente minacciato nella sua vita la più calorosa solidarietà e al tempo stesso condividere l'appello del sindaco Fassino e l'allarme del procuratore Caselli che hanno commentato sulla colonne de La Stampa il drammatico episodio". Osserva il capo dello Stato: "Non posso che condividere il più netto richiamo al superamento di ogni tolleranza e ambiguità nei confronti di violenze di stampo ormai terroristico". Scrive Napolitano: "Si tratta come ha detto il dottor Caselli, di una escalation di violenza che dalle cose si trasferisce sulle persone e che caratterizza gli 'obbiettivi criminali delle frange estremè cresciute ai margini del movimento No Tav snaturandone ogni legittimo profilo di pacifico dissenso e movimento di opinione". E ancora: "Come ho avuto modo di osservare ricevendo di recente il commissario Virano e da lui apprendendo l'accrescersi dell'impegno di coloro che - sindaci e cittadini - hanno originariamente dato vita a quel movimento, non posso che condividere il più netto richiamo al superamento di ogni tolleranza e ambiguità nei confronti di violenze di stampo ormai terroristico. E - conclude - rinnovo il mio apprezzamento per come magistratura e forze dell'ordine stanno operando in quella tormentata area della Val di Susa".