Non usa la prima singolare. Ma «noi» o, al più, «io e i miei uomini». Lo stanno già minacciando, più o meno velatamente, anche sui social. Ed è arrivato a Frattamaggiore appena quattro mesi fa, per comandare la Polizia locale. Il 30 maggio scorso qualche “ignoto” è entrato nella sede della stessa Polizia, ha sfasciato un po’ di roba, poi l’allarme lo ha messo in fuga e nessuno qui ha dubbi fosse un messaggio. Tanto per mettere subito in chiaro chi comanda davvero.
O si illude di continuare a farlo. E lui racconta di aver provato «un po’ di dispiacere». Biagio Chiariello, dicono certi, da queste parti, sta rompendo le scatole (largo eufemismo). Mentre certi altri parlano di «ventata di legalità», anzi «finalmente di normalità» e stentano a crederci. Gli è bastata una settimana, poi è partita l’offensiva. «Stiamo facendo solo il nostro dovere», dice. Non è vero, non hanno più orari e stanno colpendo senza sconti e sosta i crimini ambientali, a cominciare da chi sversa rifiuti pericolosi e tossici. «Ho uomini motivati – spiega –. Volenterosi. Che stanno dando veramente l’anima, che vanno oltre l’orario di servizio senza pensarci su. È una questione di coscienza, non solo di contratto con l’ente locale o di stipendio».
Tornano in mente i volti di Roberto Mancini e di Michele Liguori. Il poliziotto romano che per primo denunciò quanto accade in Terra dei fuochi, il vigile urbano che ad Acerra denunciò per anni lo sversamento di rifiuti e roghi tossici e una volta disse «non potevo far finta di non vedere, a me i vigliacchi non piacciono».
Chiariello si schermisce, dice solamente che «due uomini che secondo me furono un po’ lasciati soli». Sa come le mafie siano vigliacche, come colpiscano al buio e alle spalle: «Non ho paura. Oltre la divisa, scatta la coscienza». È stato carabiniere prima, poi poliziotto nella Dia di Napoli. «Sono sereno. Faccio il mio lavoro e sono pronto a tutto. Basta che stai lontano rispetto a queste persone, che fai capire tu sei dalla parte dello Stato e loro della illegalità». Non fa l’eroe, nemmeno vuole diventarlo. Semmai restare uomo: «Queste persone sono vigliacche, non hanno il coraggio di guardarti negli occhi e affrontarti».
Già, preferiscono muoversi fra ombre. E poi qui qualcuno crede veramente che la mafia sia buona, nemmeno colpisce più con le armi... «Colpisce nel silenzio – dice il comandante dei Vigili di Frattamaggiore –. Ma anche certi atteggiamenti “piccoli” sono mafiosi». Ha una certezza: «Quando s’indossa un’uniforme, va fatto accettando qualsiasi rischio». Un’amarezza invece è grande: «Becchi qualcuno e trovi il cittadino che ti dice 'deve campare, si è sempre fatto così'.
Quindi diventi il don Chisciotte della situazione». In giro si dice che Chiariello combatta contro i disperati dell’Apecar (quelli cioè che per venti o trenta euro sversano dappertutto qualsiasi cosa). «È desolante – spiega –. Non si è capito che non ci interessa colpire il veicolo, ma la gravità del danno che viene fatto all’ambiente e alla salute delle persone, ai piccoli che si affacciano al balcone e respirano». Ed è desolante perché quella frase «non la senti dire dal cittadino fra virgolette 'privo di cultura', ma dal professionista...». Lui vuol cambiare realmente le cose. «Ci credo. Forse sarò pazzo. Ma vado avanti».