Berlusconi, convocato nella veste di testimone-indagato in
procedimento connesso, era accompagnato dai suoi legali, gli
avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo.
Al procuratore Giuseppe Pignatone, all'aggiunto Francesco
Caporale e al pm Simona Marazza, il leader del Pdl avrebbe
ribadito la versione di sempre: quei soldi rappresentavano un
aiuto a Tarantini, indicatogli da Lavitola come un imprenditore
in difficoltà economiche.
Silvio Berlusconi è stato sentito per oltre tre ore, negli uffici di Piazza Adriana, dai magistrati della procura di Roma che indagano sulla tentata estorsione compiuta ai suoi danni dal giornalista Valter Lavitola che avrebbe trattenuto per sé parte dei 500mila euro destinati dall'ex premier all'imprenditore Giampaolo Tarantini.
Giustizia: una difficile occasione che non si può perdere (Danilo Paolini)
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