Bergamo alza il tiro nella lotta all’azzardo. Per spezzare quello che definisce «un assedio » di sale giochi e simili, il sindaco Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5 e ora a capo di una giunta di centrosinistra, ha deciso di vietare ogni tipo di puntata in denaro in un raggio di 500 metri dai luoghi sensibili in ben tre fasce orarie: 7.30-9.30, 12-14 e 19-21. Ovvero i momenti della giornata in cui è più alta la frequentazione di bar, tabaccherie e altri locali pubblici. «Specialmente all’ora dell’aperitivo, la consumazione di alcol spinge a giocare di più» ha puntualizzato Gori nello spiegare il giro di vite deciso con i suoi assessori (il 6 giugno l’approvazione in consiglio comunale). Fondamentale, secondo Palazzo Frizzoni, spezzare il circolo vizioso che porta prima ad alzare il gomito e poi a sperperare stipendi e pensioni inseguendo le chimere delle lotterie. La messa al bando è assoluta. Non solo le slot machine si dovranno spegnere negli ora- ri prestabiliti, ma non si potrà nemmeno effettuare scommesse sportive né comprare 'gratta e vinci'. Si salvano solo bingo (prevale l’aspetto socializzante), oltre che totocalcio e lotto, considerati privi di spinte compulsive. L’altolà al 'gratta e vinci' stupisce fino ad un certo punto, visto che i tagliandi sono in vendita «praticamente dappertutto», come ha sottolineato lo stesso sindaco. «Vogliamo proteggere le categorie più fragili – ha chiarito Gori –. Ci sono molte persone che non tornano a casa a pranzo prese dalla foga del gioco, altre che addirittura dimenticano di andare a prendere i figli a scuola. Si tratta di una piaga sociale e come tale va combattuta». Nel mirino anche i messaggi che incentivano le puntate: non si potranno più ostentare in vetrina le vincite. Stop anche a insegne luminose e altri lustrini, che rischiano di attirare come lucciole i giocatori. Al contrario, sarà obbligatorio esporre (in quattro lingue) il divieto di gioco per i minori e le informazioni che consentiranno alla clientela di sottoporsi ad un test fai da te per scoprire in tempo i primi sintomi di ludopatia. I tabaccai sono già sul piede di guerra, ma Gori tira dritto e picchia duro sul tasto della prevenzione. Il nuovo regolamento anti azzardo, che rappresenta il culmine della campagna di dissuasione già in atto da un anno 'La posta in gioco' – portata avanti con l’Ats (l’ex Asl) – prevede anche il divieto di piazzare videopoker e altre diavolerie mangiasoldi a meno di 100 metri da bancomat, compro oro e sportelli postali. Le cifre, del resto, sono allarmanti. La giunta ha messo a punto un dossier che dimostra come nel 2015 in tutta la provincia si siano dilapidati 1,8 miliardi per l’azzardo. Nel capoluogo la spesa pro capite supera i 2.500 euro. Il 58% degli under 18 gioca nonostante sia vietato, il 15% addirittura una volta a settimana. Va forte anche l’azzardo online: nel 2015 Internet ha risucchiato 200 milioni. In generale, negli ultimi tre anni le puntate sono aumentate del 4,65%. Un boom facilitato anche dalla capillarità dei punti gioco: «In città ce n’è uno ogni 0,31 km quadrati» specifica Gori. Un po’ troppi.