domenica 18 giugno 2023
Quattro fratellini dispersi nella foresta colombiana sanno sopravvivere 40 giorni. Quattro ragazzini "youtuber" a bordo di una Lamborghini creano finte "sfide" a Roma: sistemi educativi a confronto
Il video postato da uno degli youtuber che bacia la Lamborghini poco prima del fatale incidente

Il video postato da uno degli youtuber che bacia la Lamborghini poco prima del fatale incidente - ANSA

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Colombia, foresta del Guaviare. Quattro bambini indigeni, dispersi da 40 giorni nella giungla dopo lo schianto dell’aereo su cui viaggiavano con la madre, vengono ritrovati vivi: gli Huitoto crescono i figli addestrandoli ai pericoli e a sopravvivere nel mondo. Lesly, 13 anni, si è curata dei fratellini Soleiny (9 anni), Tien (4) e Cristin (11 mesi), nutrendoli di ciò che offriva una foresta tanto fitta da non lasciar entrare il sole, e proteggendoli da animali e frutti velenosi.

Casal Palocco, frazione di Roma Capitale, giungla italiana. Quattro ragazzetti, poco più adulti di Lesly, sfrecciano su una costosissima Lamborghini e travolgono la Smart su cui viaggia Manuel, 5 anni, appena uscito dall’asilo, che muore poco dopo. Hanno noleggiato il Suv per quella che i nostri indigeni chiamano, in lingua straniera, una challenge, una sfida. Però inventata ad “arte”: qui non si tratta di sopravvivere ai pericoli, ma di crearli. Filmare le sfide e postarle sui social riempie la loro esistenza e i like riempiono le loro tasche: arricchirsi senza lavorare è un credo, il denaro il loro dio. Così si danno un nome, TheBorderline (inteso come “limite”, ma è anche il nome di un disturbo della personalità...) e creano un’impresa da 188mila euro di fatturato e 600mila followers.

Foresta del Guaviare. Quando il Cessna precipita, gli adulti muoiono sul colpo, tutti tranne Magdalena, che agonizza per quattro giorni vegliata dai suoi figli. L’ultimo pensiero è per loro, “prima di morire ci ha detto di andare via da lì, di metterci in salvo”, ha raccontato Lesly ai soccorritori. E i quattro bambini si sono incamminati, attenti a non incontrare le fiere ma nemmeno gli uomini armati, perché hanno imparato da tempo che possono essere i più feroci tra gli esseri viventi. In realtà il lieto fine comprende anche il fatto che siano proprio i soldati a salvare le loro vite, allertati dal cane da ricerca Wilson. Ma più di tutti a salvarli è stata Fatima, la nonna che li ha educati, ovvero il sapere acquisito, la tradizione, il bagaglio esperienziale che di generazione in generazione insegna a districarsi negli ingorghi della vita reale. È lo stesso presidente della Colombia, Gustavo Petro, a definire i quattro fratellini “un alto esempio di sopravvivenza grazie alla comunità indigena”, che non inebetisce i figli ma li cresce persone normali.

Casal Palocco. “Matteo è figlio di una famiglia per bene, il papà è un dipendente del Quirinale”, fa presente l’avvocato di Matteo Di Pietro, l’adolescente alla guida del Suv che ha ucciso Manuel. Positivo alla cannabis, è indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni. Un recente filmato postato dal ragazzo sul canale youtube vede protagonista proprio suo padre, che bacia il cofano di una Ferrari, felice come un bambino. Titolo del filmato “Realizzo 10 sogni dei miei amici”. Le parti sono invertite, l’amico del figlio qui è il padre, “il suo unico sogno è sempre stato guidare una Ferrari” dice il ragazzino, e così gli regala – il figlio al padre – 24 ore al volante di una potente Portofino bianca. C’è un altro video più recente, postato su Tik Tok non appena presa a noleggio la Lamborghini: “’Sta macchina va più veloce de Saetta McQueen”, urla esaltato uno dei quattro, e anche lui ne bacia il cofano, “me sembra de cavalca’ un drago”… Poi, la profezia lugubre, “ma questo con la Smart che sta facendo? A bello, la macchina tua costa 300 euro alla Conad, la mia vale un miliardo”. Sta solo immagonando, la Lamborghini è parcheggiata, non c’è ancora alcuna Smart sul suo tragitto e Manuel è vivo all’asilo. I testimoni della tragedia che da lì a poco avverrà raccontano che gli youtuber hanno continuato a registrare il video anche dopo l’impatto...

Colombia. Durante le ricerche dei quattro bambini, i megafoni diffondevano nella foresta la voce di Fatima che li invitava a rimanere fermi e farsi trovare: nella nonna la guida affidabile, la certezza, la figura adulta che non fa l’amico ma insegna. La sfida più difficile (vera, non una challenge) doveva ancora arrivare: forare il soffitto di alberi e sbucare nel cielo appesi a un cavo metallico, che li ha issati a bordo di un elicottero. Poi il volo insieme al padre e al resto della famiglia, diretti all'ospedale dove attualmente vengono curati.

Roma. “È stata solo una bravata, si risolverà tutto”: è il dirigente dell’asilo a riportare ai giornalisti le parole shock che ha sentito pronunciare da qualche genitore dei ragazzi sulla scena del disastro, “rassicuravano i loro figli”.

Uno dei quattro si è già autoassolto sui social, “Il trauma che sto provando è indescrivibile, ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e sto vicinissimo alla famiglia della vittima”, segue cuoricino. La challenge questa volta ha superato ogni limite e il popolo del nulla ha subito risposto: in poche ore i fan dei Borderline sono raddoppiati. Il problema allora non sono quattro ragazzi cui è andata male, il malato siamo noi, una società che non insegna nulla e ruba i veri sogni ai nostri figli, cresciuti (senza guida) nella giungla più feroce.

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