martedì 22 ottobre 2024
Prendere consapevolezza aiuta ad affrontare un disturbo che genera fatica e frustrazione in almeno 1 milione di persone in Italia. Pronto un Manifesto di intenti
È la Giornata delle balbuzie, un tabù che può essere superato
COMMENTA E CONDIVIDI

Per tanti è una gabbia che imprigiona pensieri e parole e un fardello sempre più pesante di frasi non dette e ingoiate insieme alla vergogna. La balbuzie è un problema per almeno un milione di italiani (e 70 milioni di persone in tutto il mondo), che li segna fin dagli anni della scuola e anche dopo. Dal 1998 tre associazioni di livello internazionale (l'International stuttering association, l'European league of stuttering association e l'International fluency association), promuovono la Giornata di sensibilizzazione il 22 ottobre di ogni anno, in Italia sostenuta, tra gli altri, dalla cooperativa sociale Psicodizione onlus. Per il settimo anno consecutivo, Psicodizione promuove iniziative nelle piazze delle principali città (da Torino a Milano, da Verona a Bologna, da Reggio Emilia a Prato, da Roma a Bari, da Napoli a Catania e Palermo). L'appuntamento è per il 27 ottobre, quando volontari, operatori e genitori daranno vita a una serie di momenti interattivi e attività di formazione. Saranno organizzati giochi, letture e occasioni di riflessione per permettere ai partecipanti di comprendere le difficoltà vissute quotidianamente da chi balbetta. Questi eventi saranno trasmessi anche sui social grazie ad una diretta che collegherà le tante piazze interessate, coinvolgendo una platea ancora più vasta e promuovendo il messaggio di inclusione e sensibilizzazione su scala nazionale.

Un Manifesto per il cambiamento

Quest'anno la Giornata sarà celebrata anche al Senato, che il 23 ottobre ospiterà il convegno “Balbuzie: stato dell'arte e bisogni inascoltati, il ruolo delle istituzioni e della società civile”. La conferenza, organizzata su iniziativa della vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, è promossa da Psicodizione Onlus in collaborazione con Meritocrazia Italia. L’obiettivo principale è confrontarsi sulla situazione attuale che ruota intorno al disturbo della balbuzie e la stesura di un Manifesto di intenti condiviso che riunisca istituzioni, professionisti, tecnici e tutti i portatori di interesse, al fine di avviare un percorso comune per il miglioramento delle politiche di inclusione e il riconoscimento dei diritti delle persone che balbettano. «Il Manifesto sarà lo strumento attraverso cui porre le basi per un'azione concreta a favore di una maggiore inclusione e riconoscimento per chi soffre di balbuzie. È necessario un protocollo uniforme per garantire a ogni persona che balbetta pari opportunità e supporto adeguato in ogni fase della propria vita», afferma la psicologa Chiara Comastri, ideatrice del metodo Psicodizione ed ex balbuziente.

Bullismo e abbandono scolastico

La balbuzie, ricorda una nota di Psicodizione, è un disturbo che tocca tutte le fasi della vita. In particolare, I bambini e gli adolescenti che balbettano sono più soggetti a bullismo, con percentuali che variano dal 43 al 61%, rispetto al 9-22% dei loro coetanei normofluenti. La balbuzie incide anche sul rendimento scolastico, con un rischio maggiore di ripetere l’anno e un tasso di abbandono scolastico più alto. Anche a livello lavorativo, ricerche internazionali mostrano come le persone che balbettano tendono ad avere un tasso di disoccupazione più elevato. Inoltre, è più probabile che occupino posizioni socioeconomiche inferiori rispetto a chi non soffre di questo disturbo. Il 70% delle persone che balbettano ritiene che la balbuzie sia il principale ostacolo alle promozioni lavorative, il 33% afferma che interferisce con le loro prestazioni e circa il 20% ha rinunciato a opportunità di promozione a causa del disturbo.

Superare lo stigma

Una condizione invalidante che, per tante famiglie è ancora un tabù ed è, invece, spesso sottovalutata sia dalla scuola che dal mondo del lavoro. Anche nel dibattito pubblico, la balbuzie non ha lo spazio che sarebbe necessario e questo contribuisce ad aumentare lo stigma verso questo disturbo, impedendo a milioni di persone in tutto il mondo di vivere una vita pienamente integrata.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: