giovedì 21 gennaio 2016
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«Noi tutti sappiamo che i nostri vescovi italiani, tutti, insieme al loro presidente e al segretario generale, sono uniti e compatti nel difendere, promuovere e sostenere il patrimonio universale irripetibile che è la famiglia che è il luogo e il grembo della vita, la prima scuola di umanità, di relazioni, di dialogo. Sì, siamo profondamente uniti, insieme a tutto il popolo di Dio, per prenderci cura sempre più e sempre meglio» della famiglia. Al termine dell’affollato incontro mercoledì sera nella cattedrale di San Lorenzo per il ciclo «Cattedrale aperta» il cardinale Angelo Bagnasco ha ribadito la sua posizione in merito al ddl Cirinnà e a pochi giorni dalla manifestazione per la famiglia prevista sabato 30 gennaio a Roma. Quello del porporato è il secondo intervento in breve tempo, dopo le dichiarazioni rilasciate al termine della Messa celebrata domenica nella Giornata internazionale del migrante e del rifugiato, quando aveva espresso alcune considerazioni sul tema della famiglia e della legge, argomenti che probabilmente saranno oggetto delle sue riflessioni anche lunedì prossimo in apertura del Consiglio permanente della Cei. «Educare i figli con mamma e papà» è stato il titolo dell'incontro al quale sono intervenuti Massimo Gandolfini, direttore del Dipartimento di neuroscienze della Fondazione Poliambulanza nonché portavoce del Comitato organizzatore della manifestazione di Roma, e Assuntina Morresi, componente del Comitato nazionale di bioetica, editorialista di Avvenire. Un incontro organizzato dalla diocesi già da diversi mesi ma che ha avuto un'ampia eco anche grazie all'agenda politica e sociale di questi giorni. Gandolfini ha citato numerosi studi di psico-neurobiologia dell'età evolutiva secondo i quali «l'ambiente migliore per il bambino è quello nel quale esistono un genitore maschio e femmina» perché «un conto è l'amore che si può donare a un bambino, un altro è la costruzione della personalità individuale». Citando numerosi studi, Gandolfini ha affermato che «la differenza sessuale dei genitori è l'elemento cardine per la strutturazione della personalità di ciascuno di noi»: per questo è così importante «che ogni bambino possa avere una mamma e un papà per crescere». In precedenza aveva detto che «non esiste in Italia un'emergenza-adozioni che potrebbe indurre ad allargare le maglie alle cosiddette adozioni omogenitoriali», e che «viviamo in un tempo nel quale vengono propagate e diffuse sentenze che sono bugie, ma che la scienza può fare molto, con dati oggettivi, per smascherarle. Serve però anche l'impegno di ciascuno di noi». Per Assuntina Morresi «siamo di fronte a una rivoluzione antropologica enorme» perché, se «la maternità surrogata è la cessione di un figlio a seguito di un contratto stipulato prima del concepimento, bisogna stabilire per legge chi è la madre del bambino». Oggigiorno, infatti, «possiamo essere in presenza di tre madri: genetica, gestazionale e legale». «Siamo arrivati al paradosso – ha spiegato la studiosa – che mentre la legge vieta il traffico di neonati e di bambini» le nuove tendenze legislative, già attive in molti Paesi permettono «la compravendita di bambini nati, in seguito a un contratto, tramite la fecondazione in vitro». Inoltre, aver separato la sessualità dalla genitorialità ha aperto le porte a nuovi imprevedibili scenari perché «se tende a scomparire il legame fisico, e non si è più genitori perché si è generato ma per contratto, allora chi ha detto che questo contratto debba essere stipulato solo da due e non da più persone? E se poi lo si volesse sciogliere?».
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