«Chi gioca alle slot, mangia e beve gratis».
È la scritta che si vede in una foto pubblicata sulla cronaca locale del Tirreno che ha riportato la notizia di una sala slot che si trova a Empoli, in Toscana, nella zona industriale del Terrafino e che in modo eloquente spinge le persone a giocare d'azzardo, offrendo loro da bere e da mangiare.
Un'iniziativa a dir poco controversa, considerando sui costi sociali che il gioco d'azzardo patologico provoca su migliaia di persone ma anche le iniziative di prevenzione e i provvedimenti per contrastare la ludopatia.
Il Tirreno riporta che la natura dell'annuncio che cattura la curiosità dei passanti non è ingannevole: «La conferma arriva direttamente dal gestore (di nazionalità cinese) del locale. Accoglie il cliente stando seduto sul divano all’ingresso della sala slot. Proprio di fronte a lui c’è il buffet, allestito accanto all’angolo-bar. Guarda un video al cellulare, distoglie gli occhi soltanto per un attimo. E a chi chiede come funziona, risponde con un italiano stentato, «se giochi mangi tutto questo. Dalla mattina a mezzanotte». Stop. Alle domande successive continua ad annuire con la testa, alternando qualche «non capisco», con gli occhi sempre fissi sul telefonino».
L’iniziativa della “Sala slot Terrafino” non è piaciuta a Filippo Torrigiani, consigliere comunale a Empoli, da anni in prima linea contro il gioco d’azzardo e consulente della commissione parlamentare antimafia. Da assessore vietò l’accensione delle slot in città fino alle 14 «per salvare casalinghe e studenti, che si stavano rovinando». Ma la sua ordinanza fu poi bocciata dalla Corte costituzionale, che stabilì che i profili relativi all'installazione degli apparecchi da gioco negli esercizi pubblici erano riservati alla competenza esclusiva dello Stato.