sabato 24 maggio 2014
​Definitiva sentenza del Consiglio di Stato sul "caso-Lecco". Respinto il ricorso dei gestori contro l'ordinanza che impone lo stop alle slot da mezzanotte alle dieci del mattino.
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​Nuova vittoria dei Comuni contro il dilagare del gioco d’azzardo e delle slot machines nei locali pubblici. Il Consiglio di Stato, con la sentenza 2133/14, ha dato ragione all’amministrazione comunale di Lecco, che, lo scorso novembre, con un’ordinanza del sindaco Virginio Brivio (Pd), aveva deciso di spegnere le macchinette mangiasoldi tra la mezzanotte e le dieci del mattino. Contro questa decisione, un gruppo di gestori di bar e locali pubblici della città aveva presentato ricorso al Tar, che, a sua volta, aveva emesso due distinte sentenze: in una si dava ragione al Comune e in un’altra (emessa da una diversa Sezione) si accoglieva, invece, il ricorso dei gestori. Contro questa seconda ordinanza, il Comune ha presentato ricorso al Consiglio di Stato che, l’altro giorno, ha dato ragione all’amministrazione su tutta la linea e in via definitiva. Un risultato che il sindaco Brivio considera «rilevantissimo» perché «ha carattere innovativo rispetto alla giurisdizione di merito» circa gli orari di attivazione delle slot machines. In altri termini, in forza di questa ordinanza del Consiglio di Stato, tutti i Comuni potranno decidere di tenere spente le macchinette in determinate ore della giornata. Ancora una volta, decisivi per la decisione dei giudici sono stati i dati elaborati dall’Azienda sanitaria locale sulle ludopatie in provincia di Lecco. Rispetto a una popolazione di 338.425 persone (ultimo rilevamento dell’Istat), l’Asl ha stimato in 72.220 i giocatori d’azzardo di età compresa tra i 18 e i 74 anni. Di questi, 3.812 sono stati classificati come giocatori problematici e altri 2.207 come giocatori patologici. Un quadro sanitario decisamente allarmante, concentrato soprattutto nel capoluogo e nei comuni limitrofi, che ha spinto il sindaco Brivio a intervenire in modo drastico, imponendo lo stop alle macchinette nelle ore notturne. Quelle in cui chi ha già problemi di solitudine e di fragilità sociale è a più forte rischio di cadere nel gioco compulsivo. Per questa ragione, anche la sentenza del Tar che dava ragione all’amministrazione municipale, faceva espressamente riferimento al dovere del Comune di tutelare la salute dei cittadini, ribadendo quindi che l’azzardo è soprattutto un problema sanitario e non di ordine pubblico, materia di competenza della Questura. «Ringrazio ancora una volta l’Asl di Lecco per la preziosa collaborazione nella fornitura dei dati», aggiunge il sindaco Brivio. In questi mesi, Lecco è stata anche tra gli oltre 400 Comuni italiani che si sono attivati per raccogliere le firme necessarie alla presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare per il contrasto al gioco d’azzardo e alle ludopatie, promossa da Legautonomie e Terre di mezzo. Nei giorni scorsi, le 93.194 firme sono state consegnate alla presidente della Camera, Laura Boldrini, direttamente a Montecitorio. Dopo l’esame delle sottoscrizioni raccolte, la proposta di legge è stata protocollata con il numero C. 2294 ed è stata assegnata alle Commissioni VI (Finanze) e XII (Affari sociali). L’iter per liberare il Paese dalla morsa dell’azzardo è avviato.
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