Il premier Giuseppe Conte e il ministro Matteo Salvini al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il Decreto Salvini (Ansa)
L'annuncio del via libera, mentre i giornalisti attendono nella sala stampa di Palazzo Chigi, arriva con un messaggio su Facebook del ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini: «#DecretoSicurezza, alle 12.38 il Consiglio dei Ministri approva all'unanimità! Sono felice. Un passo in avanti per rendere l'Italia più sicura». I toni sono enfatici, more solito, ma stavolta dopo giorni di indiscrezioni, interlocuzione col Quirinale e bozze "limate" e ritoccate, il testo ha avuto semaforo verde da parte del Cdm. I due decreti legge immigrazione e sicurezza sono stati unificati in un solo testo di 42 articoli: «Non cacciamo nessuno dall'Italia dall'oggi al domani, ma rendiamo più efficace il sistema dei rimpatri. In un quadro di assoluta garanzia dei diritti delle persone e dei Trattati, andiamo a operare una revisione per una disciplina più efficace», afferma il premier Giuseppe Conte di fronte ai cronisti parlamentari. Poi spiega che nel dl, oltre alla corposa parte sull'immigrazione, «ci sono norme contro la mafia e il terrorismo», compresa la revoca della cittadinanza a stranieri condannati in via definitiva per fatti di terrorismo internazionale e il potenziamento dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie.
Tra Conte e Salvini, in coda alla conferenza stampa, anche un curioso siparietto. Alla richiesta di esporre il testo, Conte sorridendo ha chiesto a Salvini: «E dove è il decreto, non c'è?». E l'altro ha replicato: «Sta sotto il decreto, c'è». Poi entrambi hanno esposto a favore di telecamere un cartello con l'hashtag #decretoSalvini e la scritta «sicurezza e immigrazione».
I dubbi del Quirinale
Nei giorni scorsi, sui contenuti del provvedimento e sulla effettiva sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza previsti dalla Costituzione per i decreti legge si erano addensati dubbi e perplessità non solo delle organizzazioni umanitarie e dell'Anci, ma anche degli uffici legislativi della presidenza della Repubblica. Il premier, interpellato dai cronisti, ammette: «C'è stata già un'interlocuzione, al livello massimo di esponenti e tra le strutture tecniche. Non voglio tirare per la giacca Mattarella: lui avrà tutto l'agio, quando riceverà formalmente il testo, per fare eventuali rilievi. Cortesia vuole che al Quirinale si preannuncino i contenuti e si anticipi un testo. Ed è stato fatto anche in questo caso. Sarebbe stato un fuor d'opera che il testo circolasse nelle redazioni e al Quirinale non fosse stato mandato nulla». Sull'unificazione in uno del decreto, il "giurista" Conte fa notare: «Rispetto all'ordinaria formulazione abbiamo unificato in un'unica struttura normativa, più funzionale anche in ragione della complementarietà delle materie, i testi su migranti e sicurezza - ha detto Conte -. L'obiettivo è riorganizzare l'intero sistema di riconoscimento della protezione internazionale per adeguarla agli standard europei. Ci siamo accorti che c'erano disallineamenti significativi rispetto ad altri Paesi europei».
Stretta sui permessi e sul sistema Sprar
Come detto, la bozza del decreto entrata in Cdm si compone di 42 articoli. Quelli dall'1 al 16 contengono le misure in materia di rilascio dei permessi di soggiorno, di protezione internazionale e di cittadinanza. Viene abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da 'permessi speciali', con 6 fattispecie previste: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamita' nel paese d'origine, cure mediche, atti di particolare valore civile. Ancora, il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dal sistema Sprar. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati (i Cara). Si amplia la possibilità di negare o revocare la protezione internazionale per i reati di violenza sessuale, lesioni gravi rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga. Ed è prevista la sospensione della domanda d'asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. C'e' poi la revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo.
Diritto d'asilo, protezione umanitaria... le parole per capire
La durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa da 3 a sei mesi per facilitare l'espulsione degli irregolari. Il decreto prevede anche il «completamento, adeguamento e ristrutturazione» dei centri già presenti sul territorio e la «costruzione» di altri. Salvini ha detto più volte che la sua idea è di realizzarne uno in ogni regione. Nel caso di sovraffollamento dei Cpr i migranti in attesa di identificazione possono essere trattenuti anche in «strutture diverse e idonee nella disponibilità dell'autorità di Pubblica Sicurezza». Infine, per potenziare le attività di rimpatrio, il decreto stanzia 500mila euro per il 2018 e 1,5 milioni per il 2019 e 2020.
Salvini: «Chi spaccia va a casa»
Il ministro dell'Interno, e segretario della Lega, rivendica ancora una volta i cardini della sua "creatura legislativa": «Non lediamo nessuno diritto fondamentale: se entri a casa mia e spacci ti accompagno da dove sei arrivato... Se sei condannato in via definitiva è di buon senso toglierti al cittadinanza». Per i richiedenti asilo, aggiunge il vicepremier, «lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. Questa è stata una delle mediazioni aggiunti e suggerite». Secondo il titolare del Viminale, lo Sprar (ossia il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) «continuerà ad esistere per rifugiati e minori non accompagnati, cioè per le fattispecie che meritano di essere accolte». Finora usufruivano dello Sprar anche i richiedenti asilo. Nel decreto è prevista per i richiedenti asilo «la sospensione della domanda in caso di pericolosità sociale con invio a cpr o in caso di condanna a primo grado. Questa, afferma Salvini, «è stata una delle mediazioni raggiunte e nasce dalla vita reale, un episodio di cronaca a Como. A decreto approvato se il richiedente asilo è ritenuto pericoloso lo si accompagna in un Cpr e inizia l'attività di espulsione».
Modifiche in Parlamento
Salvini ha poi ringraziato gli altri ministri per aver «approvato all'unanimità, smentendo quindi quanto raccontato dai giornali sulla tormentata vita di questo decreto, che arriverà in Parlamento dove potranno esserci modifiche importanti. Questo non è un decreto blindato». Da parte del Movimento 5 Stelle parla il titolare dei Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro: «In Consiglio dei ministri non c'è stato alcuno scontro» sul decreto sicurezza, anche quando si «parte da idee diverse c'è sempre un atteggiamento di disponibilità da parte di tutti», ha detto, aggiungendo tuttavia che «saranno Camera e Senato a vedere di migliorare il testo. Ora sarà centrale il lavoro del Parlamento». In ogni caso, ha concluso, «non ci sono dubbi sulla costituzionalità» del decreto.