No ad interventi «a ferro e fuoco», sì agli Sprar. Ieri monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa e segretario Cei uscente, ha detto la sua sul decreto migranti, che arriverà domani al Consiglio dei ministri per l’approvazione: «Guardiamo negli occhi la storia delle persone e guardiamo la realtà italiana che non è così negativa da fare interventi da ferro e fuoco. C’è da capire cosa di bello hanno maturato gli italiani, con limiti, tra tanta confusione e lasciati soli da realtà internazionali come l’Europa ma guardiamo con realismo per smettere atteggiamenti curvaioli e da stadio che non ci fanno percepire il senso della realtà».
Il vescovo mostra perplessità sulla scelta di modificare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: «Gli Sprar sono l’unico sistema pubblico di accoglienza che funziona. Dove sono tenuti bene, e sono la stragrande maggioranza, sono istituzioni straordinarie perché il modo in cui sono stati concepiti dà garanzie».
Secondo le anticipazioni, il decreto (che accorpa anche il testo sulla Sicurezza) dovrebbe anche abolire la protezione umanitaria per chi non ha diritto allo status di rifugiato politico, raddoppiare da 90 a 180 giorni il periodo in cui si può trattenere un migrante nei Centri di permanenza temporanea (Cpr) e applicare il Daspo ai sospetti terroristi. Sui dubbi di costituzionalità già avanzati sulle misure Salvini ha detto ieri: «Se avessi dovuto rispettare tutte le regole ne sarebbero sbarcati 100-150mila come negli anni passati. Le regole sono fatte per essere cambiate».