lunedì 3 marzo 2025
È il risultato dell’indagine promossa da Consiglio Nazionale dei Giovani e presentata in occasione della firma di un protocollo d’intesa tra il Cng e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
Ansia, depressione e disturbi dell'umore: riguardano 7 giovani su 10

Imagoeconomica

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Sette giovani su dieci hanno vissuto periodi di ansia, depressione o altri disturbi dell’umore, spesso legati a stress lavorativo, problemi familiari e pressioni sociali. È il dato allarmante che emerge da un’indagine promossa dal Consiglio Nazionale dei Giovani e presentata in occasione della firma di un protocollo d’intesa tra il Cng e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop).

La ricerca, realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto Piepoli, mostra che lo stress lavorativo è la principale causa di disagio per i giovani, con il 46% degli intervistati che lo indica come fattore determinante. A seguire tra le cause indicate si trovano poi problemi familiari e pressioni sociali. Oltretutto «il 65% dei giovani ritiene che chi soffre di difficoltà psicologiche sia discriminato spiega Maria Cristina Pisani, presidente del Cng . Non possiamo più considerare questo fenomeno un problema individuale, ma una vera e propria emergenza sociale che richiede risposte concrete, sempre più urgenti». Il protocollo d’intesa serve infatti a «promuovere iniziative di ascolto e formazione per garantire ai giovani strumenti di supporto», specifica.

Il Cng si impegna infatti con questo progetto a incentivare attività di informazione e sensibilizzazione rivolti alle organizzazioni giovanili e ai giovani in generale oltre a lavorare insieme al Cnop per presentare alle Istituzioni proposte concrete per contrastare il disagio psicologico nelle nuove generazioni. Problematiche che – come mostra ancora l'indagine – i ragazzi di solito affrontano attraverso strategie diverse: dalla terapia individuale, che riguarda il 46% del campione, allo sport come valvola di sfogo (per il 40%). Altri trovano sollievo invece in gruppi di supporto, arte e musica. Tuttavia, i giovani hanno ben presente cosa servirebbe di più. Il 53% degli intervistati ritiene che bisognerebbe ampliare i servizi di supporto psicologico, mentre il 36% chiede una riorganizzazione più efficace delle risorse già esistenti.

Il protocollo va dunque nella direzione di una risposta a questa domanda di attenzione al benessere psicologico delle nuove generazioni. «I sistemi sanitari devono riconoscere il ruolo centrale della psicologia nella salute e nel benessere delle persone, soprattutto dei giovani, sempre più colpiti da un disagio diffuso che incide sullo sviluppo, sul rendimento scolastico e sulla vita sociale, con conseguenze a lungo termine», aggiunge invece David Lazzari, presidente del Cnop. L’aumento di queste fragilità, spiega, è amplificato dai cambiamenti sociali e dall’incertezza sul futuro e richiede risposte strutturate: «La scuola, luogo chiave per la crescita e la prevenzione, deve diventare un punto di riferimento per il benessere psicologico. È fondamentale attuare al meglio la normativa approvata con la legge di bilancio e potenziare le risorse, superando la frammentazione attuale e garantendo un supporto stabile, accessibile e vicino ai bisogni reali degli studenti. Investire nella prevenzione significa non solo tutelare le nuove generazioni, ma anche evitare costi sociali ed economici elevati derivanti da un disagio non affrontato».

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