giovedì 3 ottobre 2024
La procura di Milano ipotizza i reati di corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreti d'ufficio. Nove gli indagati tra funzionari pubblici e privati. Spunta maxi mazzetta di 846 mila euro.
La sede Anas di Milano

La sede Anas di Milano - Ansa

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Appalti pubblici pilotati in cambio di mazzette. L’antico vizio italiano è rispuntato ieri a Milano. Su ordine della procura, la Guardia di finanza ha perquisito le sedi dell’Anas alla ricerca di riscontri dei reati ipotizzati: corruzione, turbativa d'asta e rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio. Coinvolti a vario titolo manager e funzionari: nove gli indagati. Nel mirino ci sono alcuni lavori effettuati in Lombardia e nel Nord Est per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro. Tra le tangenti che sarebbero state versate, la più cospicua ammonta a 846mila euro: sarebbe stata versata tra il 2018 e il 2021 a due dirigenti Anas, uno dei quali ancora manager della società che gestisce la rete stradale nazionale, dal Consorzio Stabile Sis Società consortile per azioni, per l'appalto per i lavori sulla SS 340 "Regina"- Variante Tremezzina che interessa alcune località sul lago di Como.

Al centro dell’inchiesta, condotta dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, ci sono "le figure dei fratelli Liani, Stefano, Luigi e Marco", tutti e tre indagati. Come risulta dal decreto di perquisizione, eseguito dalla Gdf, in particolare Luigi e Marco, "ex funzionari pubblici" in Anas, "dopo aver interrotto il rapporto lavorativo con la società pubblica" per "passare all'imprenditoria privata", continuavano "ad operare nel settore dell'edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società loro riconducibili". Anche Stefano, il terzo fratello, è un funzionario Anas: risulta responsabile della struttura territoriale Toscana, dove è stato trasferito dalla Lombardia. Proprio lui, tra il 2015 e il 2019 responsabile della Direzione progettazione e realizzazione lavori di Anas, avrebbe "percepito" dal Consorzio Stabile Sis (dal 2018 al 2021), un totale di 485.896 euro. Un altro indagato, Eutimio Mucilli - che ha sostituito nell'incarico proprio Stefano Liani e dal 2022 è responsabile della Direzione investimenti e realizzazione sempre in Anas - avrebbe a sua volta ricevuto, sempre dal Consorzio, oltre 360mila euro. Tra gli indagati anche Giovanni Proietti, uno degli imputati del processo di Genova per il crollo del ponte Morandi.

La notizia ha subito scosso i palazzi della politica. "Mi auguro che gli inquirenti facciano bene e in fretta il loro lavoro. E se c'è qualcuno che ha sbagliato che paghi" ha commentato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. "A quanto so - ha aggiunto -, parlando con l'amministratore delegato sono alcuni episodi che iniziano a risalire dal 2020. Quindi facevo altro nella vita però a prescindere da quello se c'è qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato ne deve pagare le conseguenze".

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