La ministra del Lavoro e la commissaria Inps - FOTOGRAMMA
Molto è nella premessa di Marina Calderone: « Io non sono dotata di bacchetta magica per inventare posti di lavoro se non ci sono, ma puntiamo alla messa a sistema di posti reali e di opportunità che ci sono davvero », ha detto la ministra del Lavoro. Parole usate per presentare la nuova, attesa piattaforma creata per rimpiazzare il Reddito di cittadinanza ormai agli sgoccioli: servirà a far incrociare domanda e offerta di lavoro o comunque a formare chi esce dal Rdc. Parte con questo obiettivo il portale che con l’acronimo Siisl debutterà domani, 1° settembre: su di esso si potrà chiedere il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e, da gennaio prossimo, l’Assegno di inclusione (Adi), i due nuovi strumenti post Reddito. Che, nelle intenzioni del governo, puntano ad un cambio di passo. Calderone ha escluso di nuovo, come sabato scorso, che «siamo alla vigilia di una bomba sociale. No, assolutamente no perché i numeri ci dicono che la situazione è assolutamente gestibile», ha assicurato durante la presentazione nella sede Inps di palazzo Wedekind. Un tema caldo, quello del Reddito, all’origine anche nelle minacce sui social alla premier Giorgia Meloni. Dal fronte sindacale, la Cgil torna a chiedere di ripristinare invece uno strumento di carattere universale. E la Cisl, col segretario Luigi Sbarra, si rivolge all’»amico Landini»: « Fa piacere che la Cgil si unisca alla richiesta di un dialogo stretto e costante con il governo. Gli dico allora: sfidiamo unitariamente il governo per un Patto sociale». A partire da fine luglio sono arrivati da parte dell’Inps i primi 193mila messaggi circa di stop al Rdc per i nuclei familiari (che non hanno tra loro minori, disabili o ultra 60enni) che hanno raggiunto le 7 mensilità di sussidio nell’anno. Dei 159mila che l’hanno ricevuto a fine luglio, 112mila sarebbero soggetti occupabili tra i 18 e i 59 anni e, quindi, potenziali destinatari del nuovo Supporto.
Ad oggi, tenendo conto anche degli altri messaggi inviati, secondo una stima per eccesso ci sarebbero circa 140mila nuclei con persone “occupabili”, che da qui a fine anno dovrebbero salire a quota 229mila. Anche considerando, sottolinea Calderone, che l’età media è 40 anni: «Questo Paese non può permettersi di non fare di tutto per chi può lavorare». Il via da domani non sarà un “ click day”, assicura la ministra: il nuovo contributo ridotto a 350 euro al mese, per massimo 12 mesi, sarà disponibile per tutti coloro in possesso dei requisiti. Ma solo se si segue il percorso che punta all’inserimento nel mercato del lavoro, alla formazione o riqualificazione. Un progetto che per la sua visione, ha sottolineato la ministra, «è un omaggio a Marco Biagi, il più visionario, il più importante riformista in tema di lavoro».
La piattaforma non è destinata solo agli ex percettori del Reddito: l’obiettivo «è farne il luogo di incrocio tra domanda e offerta di lavoro e di formazione », per tutti i cittadini interessati. Realizzata dall’Inps, mette in rete i dati provenienti da canali diversi: oltre all’istituto, le Regioni, il ministero, i centri per l’impiego, le agenzie private per il lavoro, gli enti per la formazione. Per finanziare il nuovo sistema nell'ultima manovra sono stati stanziati per il 2024 7 miliardi, contro gli 8,7 a regime impiegati per il Reddito, con un risparmio di 1,7 miliardi. Mentre nel 2023 lo stop al Reddito consente un risparmio di circa 950 milioni. Ma la Cgil torna all’attacco. «La ministra Calderone continua a rassicurare che non ci sarà nessuna bomba sociale, ma la verità è che il governo, nella sua foga ideologica, sta lasciando le persone sole nella loro disperazione», ha affermato la segretaria confederale Daniela Barbaresi.
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