Il manifesto dedicato alle prossime elezioni - Da sito delle Acli
Un invito al voto per scegliere «il Paese della dignità». Un Paese che accoglie e non discrimina, che punta sul lavoro solido e in sicurezza. In vista delle politiche del 25 settembre, le Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) lanciano nella campagna elettorale agostana Il Paese della Dignità - l’Italia che vogliamo essere. Un manifesto riassuntivo di proposte e istanze dell’associazione che invita a cercare appunto di «far emergere quella dignità, spesso negata in tante situazioni, che però esiste già nel lavoro, nei desideri e negli sforzi di molti».
L’associazione infatti, incontra sempre più quotidianamente «il malessere crescente e l’emergere di tante conflittualità con cui la società italiana vive questa fase». L’invito delle Acli, I giorni della responsabilità lanciato a Draghi e alle forze politiche il 18 luglio scorso, a comporre i conflitti interni al governo e alla sua maggioranza, non è stato ascoltato «e ora – si legge nel manifesto – il ritorno anticipato al voto rischia di alienare ulteriormente i cittadini dalla fiducia nelle istituzioni democratiche, alimentando il fenomeno dell’astensionismo».
Per questo se, da un lato, ci si appella ai cittadini perché vadano alle urne, viene chiesto dall’altro ai partiti di «avere in testa i veri problemi che toccano la vita del Paese e il destino del pianeta, partendo dalle persone e situazioni più colpite o in fuga dal convergere di tante crisi». Perciò le Acli spingono i propri circoli e le proprie sedi a mobilitarsi, perché «il dibattito elettorale sia quanto mai vicino alle tante urgenze sociali, ambientali e internazionali di questa fase».
E l’esigenza dell’Italia in questo momento è soprattutto quella che porta al recupero della dignità in tanti campi. Secondo le Acli, il Paese delle dignità è quello «che non discrimina e non accetta disparità», «dove il colpevole è chi genera miseria e non i poveri. Un Paese con soli contratti di lavoro veri, solidi, nel quale si operi in sicurezza. Un Paese dove servizi, welfare e sanità, mobilità siano garantiti e dignitosi per ogni persona e famiglia. Un Paese che accolga chi fugge, che dia cittadinanza a chi vi nasce o risiede, che sostenga le nostre comunità all’estero».
Un Paese, inoltre, che «investa sui giovani, sull’educazione, sull’istruzione e la formazione», «che non sfrutti e non speculi, non evada e dica no alle mafie. Un Paese dove contino la conoscenza, la buona volontà e non le conoscenze. Un Paese dove la ricchezza sia guadagnata, non sia solo rendita e non dia privilegi e potere».
Un luogo, poi, con un fisco equo, «perché tutti versino in base alle proprie capacità. Un Paese dove fare associazione e fare impresa siano un percorso agevolato, non ad ostacoli. Un Paese con un sistema elettorale non assurdo e dove sia garantito che i partiti operino secondo un metodo democratico». Un’Italia, insomma, che «crei futuro prendendosi cura di ogni persona, delle comunità e del proprio patrimonio culturale e ambientale, non consumando natura, umanità e civiltà. Un Paese che non tema qualche sacrificio per contrastare la crisi climatica e i conflitti armati. Un Paese ponte di pace, non fabbrica d’armi per guerre e dittature».
Tuttavia un luogo così esiste già «negli sforzi e nei desideri di tanti», per questo – concludono le Acli – «usiamo, con consapevolezza, il nostro voto libero e democratico, pagato col sangue. Andiamo a votare. Scegliamo il Paese della dignità».
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