mercoledì 15 gennaio 2025
Presidio delle associazioni laiche e cattoliche nella città pugliese, dove le bonifiche (all'Ilva e non solo) sono ferme. «Una vergogna, tutto è immobile mentre qui si continua a morire»
Il sit-in della Campagna Ecogiustizia a Taranto

Il sit-in della Campagna Ecogiustizia a Taranto

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Il ministero dell’Ambiente, nelle scorse ore, ha escluso dal perimetro Sin (Siti di interesse nazionale) di Taranto sette aree. Per Ispra, che le ha caratterizzate, non sono inquinate. Nel 2000 fu fatta una perimetrazione a maglie larghe e si pensò che inserendo nei Sin aree molto vaste, vicine a quelle che si supponeva fossero contaminate, sarebbero arrivati più finanziamenti per interventi di riqualificazione. Purtroppo invece così non è stato e anche aree non inquinate sono rimaste sottoposte a vincolo. Soddisfatto il sindaco di Taranto Melucci. «La riduzione dei siti contaminati permetterà di recuperare zone produttive fondamentali per il rilancio economico e sociale della città», ha commentato.

Per una buona notizia però ce n’è una cattiva, anzi pessima, perché l’area in questione è solo il 2% dell’intera area Sin di Taranto, considerando sia mare che terra. Tutto il resto andrebbe bonificato. Ieri, dopo Casale Monferrato, la seconda tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia subito” promossa, in rigoroso ordine alfabetico, da Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera ha posto l’accento proprio su questo, con un flash mob e la sottoscrizione di un patto di comunità. «Siamo sei associazioni nazionali – ha spiegato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – che hanno costruito questo percorso comune per chiedere da una parte quelle bonifiche che aspettiamo in alcuni casi da 25 anni, come nel caso di Taranto e dall’altra parte investimenti sulla transizione ecologica per permettere a questi luoghi non solo di vedere rimosso l’inquinamento causato dalle produzioni del passato e del presente, ma anche di vedere nuova occupazione verde». «A Taranto le bonifiche procedono a rilento – hanno spiegato le associazioni – e degli originari 4383 ettari di superficie a terra, solo lo 0,1% è stato bonificato. Uno dei simboli di ritardi, omissioni, promesse mancate e fondi bloccati è il Mar Piccolo per il quale il Ministero dell’Ambiente aveva prescritto la messa in sicurezza di emergenza nel 2005, ma per il cui ad oggi non risulta essere stato effettuato nessun importante intervento di risanamento ambientale».

Obiettivo della giornata tarantina è far sentire la propria voce e lanciare un appello alle istituzioni ed ai decisori politici, in primo luogo, e al Commissario straordinario per le bonifiche di Taranto, Vito Felice Uricchio, presente all’assemblea pubblica di ieri pomeriggio, affinché si acceleri il processo di bonifica. Tra gli obiettivi, l’avvio della bonifica dei sedimenti del primo seno del Mar Piccolo per permettere il rilancio dell’attività di mitilicoltura, messa in ginocchio dalla contaminazione e dal cambiamento climatico in atto ma anche interventi di messa in sicurezza e bonifica nelle “aree escluse” dalla diretta pertinenza dei Commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria, attraverso i fondi sequestrati alla famiglia Riva dal Tribunale di Milano, per evitare il rischio di ulteriore inquinamento della falda e danni alla salute ed al territorio. Tra i punti centrali compaiono poi il completamento delle indagini sulle aree incluse nel Sin, in 26 anni effettuate solo il 50% del totale e lo sblocco dei fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo. L’ultima riunione del tavolo, che dovrebbe sbloccare i fondi per le bonifiche, risale al dicembre del 2020. Infine i sottoscrittori del patto di comunità chiedono che sia garantito al commissario straordinario alle bonifiche, Uricchio, nominato dal governo solo a marzo 2024, una staff per poter operare al meglio. Ad ottobre scorso, durante l’audizione in IV Commissione consiliare regionale sulla condizione della mitilicoltura tarantina, denunciò di non avere una sede, né personale, tantomeno computer o soldi per comprare la carta per stampare.

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