Ansa/ Claudio Peri
La quota questa volta è fissata a 103. La manovra avvia infatti un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Per chi decide di restare a lavoro, ci sarà invece una decontribuzione del 10%. Inoltre viene prorogata per il 2023 opzione donna con modifiche: ci sarà la possibilità di andare in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Confermata anche l'Ape sociale per i lavori usuranti. E l’indicizzazione delle pensioni minime del 120%, ovvero si passerà da 525 euro a circa 600, mentre per gli assegni più alti (superiori a 5250 euro) si abbassa al 35%. Sono queste le principali misure in manovra di bilancio per la previdenza.
Su Quota 103 dovrebbero essere confermate le finestre mobili di tre mesi per i lavoratori privati e sei mesi per i pubblici, ma con sette mesi per i pubblici che hanno raggiunto i requisiti a fine dicembre 2022. In pratica quindi con requisiti raggiunti nel 2022 si esce dal lavoro ad aprile se privati e da agosto se pubblici. Sarà introdotto, secondo quanto annunciato dalla premier Meloni, un tetto per chi esce con Quota 103 pari a cinque volte l'assegno minimo (circa 2.600 euro) fino al momento della maturazione dei requisiti per la vecchiaia (67 anni). Va invece chiarita l'esistenza o meno del divieto di cumulo con l'attività lavorativa che scoraggerebbe per un'ampia platea di lavoratori l'accesso alla misura (l’ipotesi è di lasciare la possibilità di cumulare un reddito da lavoro di 5mila euro l'anno). Misure «inadeguate» secondo la Uil, mentre «va aperto il confronto» per una riforma «equa e inclusiva» per la Cisl.
La manovra, inoltre, dovrebbe introdurre anche un bonus “decontribuzione” per chi resta al lavoro con un aumento in busta paga del 10% per chi opera questa scelta. Ma questa misura, definita dal ministero dell’Economia “Bonus Maroni” poiché fu studiata circa 20 anni fa dall'allora ministro del Lavoro, rischia di essere poco appetibile per il pensionando se seguirà gli stessi criteri ovvero se cristallizzerà la pensione nel momento della scelta senza che si versino ulteriori contributi. «Chi ha raggiunto limiti ma andrà avanti a lavorare avrà un premio del 10% sullo stipendio», ha detto in conferenza stampa il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini.
Sarà poi prorogata per il 2023 Opzione donna con alcune modifiche: si andrà in pensione a 58 anni con due figli o più, a 59 con un figlio e a 60 altri casi ma a questo dovrebbe essere aggiunto un anno di finestra mobile come previsto per la misura negli anni scorsi. Queste sono misure «transitorie per il 2023», ha assicurato il ministro del Lavoro Marina Calderone e «vanno viste nell’ottica di una riforma strutturale che nel 2023 deve essere studiata, varata e ragionata».