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Mirko Testa alle Paralimpiadi di Parigi 2024 (a lato), dove ha vinto la medaglia di bronzo - Ansa
«La lezione che ho imparato dalla vita? Non arrendersi mai, perché c’è sempre una soluzione ai problemi». Parola di Mirko Testa, che ha messo in pratica questa lezione nel 2018, dopo l’incidente durante una gara di motocross che l’ha reso paraplegico: « Avevo 21 anni – ci dice –, praticavo motocross per passione, non come professionista, dopo alcuni anni di Judo. Dopo l’incidente ho trascorso otto mesi in una clinica di riabilitazione. Lì però è stata anche una sorta di rinascita per me, perché ho conosciuto alcune figure tra medici e fisioterapisti che mi hanno fatto provare subito diversi sport per rimettermi in gioco, tra cui l’handbike, con cui è stato amore a prima vista». Testa racconta che la cosa più bella dell’handbike per lui è stata fin da subito «la sensazione del vento sul viso», così, tornando a casa dalla clinica nei giorni di permesso dalla riabilitazione, «uscivo con i miei amici, loro in bici ed io in handbike». Lì è iniziato tutto, comprese le gare: « Ho iniziato quasi subito a gareggiare: dopo due anni e mezzo circa che praticavo ho capito che i piazzamenti che ottenevo significavano qualcosa; ho avu-to qualche chiamata della Nazionale e ho capito che se volevo portare avanti la cosa seriamente dovevo lasciare il lavoro e fare un tentativo concreto di dedicarmi completamente a questo sport ». Se si chiede a Testa cosa sia stato e cos’è lo sport per lui, perciò, non ha dubbi sulla risposta: « Lo sport – dice – è stato lo stimolo che mi ha portato a rinascere nella mia nuova vita, ho sempre amato farlo e anche vederlo; fino a 14 anni facevo judo, poi motocross, ora handbike. Dopo l’incidente lo sport mi ha accompagnato nei momenti più duri, è stato fondamentale per ripartire». La prima convocazione in Nazionale arriva nel 2022 e Testa la racconta con un aneddoto: « Eravamo in pandemia e sono stato sfortunato, al primo giorno di ritiro sono risultato positivo e ho passato il periodo in quarantena », ma quello è stato comunque l’inizio di un’avventura che poi l’ha visto anche qualificarsi alle ultime Paralimpiadi di Parigi, dove si è aggiudicato la medaglia di bronzo nella prova in linea della categoria H3 e la medaglia d’argento nella staffetta a squadre insieme a Luca Mazzone e Federico Mestroni. Le paralimpiadi di Parigi, tuttavia, non sono state solo medaglie, ma la conferma che il movimento paralimpico nella sua interezza sta cambiando e crescendo: « È da qualche anno – spiega Testa – che il mondo sta mutando la sua visione del paralimpico. Sta cambiando proprio la percezione sugli atleti: la percezione da parte del pubblico ma anche quella da parte degli atleti normodotati, con cui capita di competere dal 2023; anche loro ora finalmente capiscono cosa stiamo facendo, che i sacrifici, gli allenamenti, le difficoltà e le gioie, sono le stesse. Parigi in questo sen-so è stata anche una grande opportunità, anche mediatica, perché essere visti in chiaro in televisione è stata una cosa molto bella, che ha cambiato la percezione delle persone e allargato la base del movimento». Testa ha poi le idee precise anche sul movimento handbike nello specifico: « Il movimento è cresciuto e sta crescendo, prima mancava una conoscenza di alcuni sport come questo e non si sapeva a chi affidarsi per farlo, per iniziare; ora vedo invece con piacere che ci sono tante società sportive che mettono a disposizione i propri mezzi, anche con la creazione – in certi casi – di campus paralimpici. Personalmente, quello che più amo del mio sport è la sensazione di libertà che mi fa provare, il tipo di allenamento che porta a una fatica, a una adrenalina bellissime; e poi amo la velocità e la sensazione di battaglia corpo a corpo, che mi entusiasma». Ad aiutare Testa nella preparazione è la sua compagna, a sua volta ex atleta professionista nel nuoto ed ora personal trainer, con cui affronta impegnativi percorsi di allenamento quotidiano: « La mia giornata tipo – dice – prevede una preparazione giù dalla bici, quindi in palestra, con percorsi di forza e poi con altri percorsi di nuoto e respirazione. A questa parte si aggiunge una parte in bici, ogni giorno, con uscite in strada che variano tra le due e la quattro ore». L’allenamento è una parte essenziale della preparazione in vista delle nuove sfide che aspettano Testa per il futuro prossimo a medio e lungo termine: « Il 2024 – ammette – è stato davvero impegnativo sia da un punto di vista fisico che mentale; in questo 2025 devo dire che mi sto allenando molto bene e a breve andrò anche in ritiro con la squadra. Punto a fare bene al Mondiale, ma senza troppe pressioni, poi vorrei confermarmi campione italiano in carica». A questo proposito, Testa conclude con un messaggio di ottimismo: « La mia esperienza – dice – mi insegna che anche quando sembra tutto finito, c’è sempre un modo per andare avanti. Quando mi è capitato l’incidente mi sembrava che mi fosse caduto il mondo addosso, ma la famiglia, gli amici, la fidanzata, mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a capire che si poteva andare oltre, che tutto si sarebbe superato e le cose sarebbero andate per il meglio». La storia recente, le medaglie, i successi sportivi, la rinascita grazie allo sport, in qualche modo hanno confermato che così è stato. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’atleta azzurro, medaglia di bronzo a Parigi 2024 si racconta: «C’è sempre una soluzione ai problemi» Mirko Testa alle Paralimpiadi di Parigi 2024 (a lato), dove ha vinto la medaglia di bronzo (sotto) / Ansa