L'esultanza degli azzurri dopo la decisiva parata di Donnarumma che ha regalato la Coppa europea all'Italia
Il pianto degli italiani. Di rigore. Centoventi minuti abbondantissimi dopo il canto degli italiani. In quell'abbraccio carico di lacrime tra il ct Mancini e il capo delegazione Vialli c'è tutto. La tensione, la forza, la paura di perdere il traguardo a pochi metri. Donnarumma l'uomo in più, il portiere pararigori. Suo il merito di avere neutralizzato due penalty proprio ai rigoristi inseriti da Southgate alla fine del secondo tempo supplementare. Finisce così 4-3 per gli azzurri dopo l'1-1 dei 120 estenuanti minuti. «Siamo stati bravi, abbiamo preso il gol subito ma piano piano abbiamo preso la partita. I ragazzi bravissimi. Questa vittoria è importante per tutta la gente, per tutti i tifosi. Spero che in Italia stiano festeggiando. Ora siamo davvero felici» ha detto faticando a domare una emozione alle stelle il ct Mancini, artefice di questo meraviglioso successo che cancella l'umiliazione della mancata qualificazione agli ultimi Mondiali e restituisce agli italiana orgoglio e felicità. Un riscatto nazionale anche per una pandemia che dell'Italia ha fatto uno dei Paesi più martoriati. Così quando capitan Giorgio Chiellini alza la Coppa è una intera nazione a rialzarsi non solo idealmente.
Non solo simbolica anche la presenza in tribuna a Wembley del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con differente calore rispetto all'iconico predecessore Sandro Pertini aveva dato inizio all'esultanza dopo il gol del pareggio di Bonucci. Quello che rimetteva le cose a posto dopo l'inizio traumatico che insieme alla pioggia battente e al tifo sfrenato del dodicesimo uomo londinese, il pubblico, sembrava davvero in grado di far evaporare il sogno azzurro. Ed è tutto anche in quel «Guarda mamma» urlato dall'ultimo entrato Florenzi mostrando la medaglia di campione d'Europa appena ricevuta. Ma il primo a ricevere la medaglia dalle mani del presidente Uefa Ceferin è stato Spinazzola, in campo con le stampelle dopo l'infortunio al tendine d'Achille. Un'immagine destinata anch'essa a entrare nella storia. Di questa nazionale e di questa Italia che rivede la luce. Azzurra e tricolore.