Una raffica di riunioni riporta il primo decreto del governo-Letta al punto di partenza: domani sarà decisa solo la sospensione della rata Imu di giugno sulla prima casa, mentre fino al varo della riforma complessiva sulla tassazione degli immobili non ci saranno congelamenti né sconti sui capannoni industriali (forse rientrerà nel primo pacchetto un rinvio del pagamento per i fabbricati rurali). In compenso, la cassa integrazione in deroga sarà coperta in maniera integrale (e non parziale, come si ipotizzava) per un totale di 1,2 miliardi di euro.Letta fa di tutto per «sminare» il campo e rendere il primo atto del suo esecutivo il più indolore possibile. Convoca a Palazzo Chigi i ministri dell’Economia e del Lavoro Fabrizio Saccomanni ed Enrico Giovannini, ottiene un faccia a faccia con il capogruppo Pdl Renato Brunetta per prevenirne le obiezioni. E al suo fianco vuole sempre Angelino Alfano, in modo che tutto sia deciso sotto lo sguardo del segretario degli azzurri.Il resoconto che Saccomanni fa del suo tour europeo non lascia spazio alla fantasia e alla fine è decisivo: l’Ue non vuole passi più lunghi della gamba, e se l’esecutivo peccherà di poca prudenza è pronta a far saltare la chiusura della procedura per deficit eccessivo. Il ministro inoltre ha chiesto altro tempo per completare la due diligence sui conti del Tesoro, propedeutica a provvedimenti economici più corposi. Alla luce di questi vincoli, e considerando che il premier vuole evitare in questa prima fase il varo di una manovrina, Letta non ha dubbi: il primo decreto sarà nel solco del discorso programmatico che ha ottenuto la fiducia alle Camere, in cui si parlava solo di prima casa, non di altre ipotesi (anche se, a dire il vero, pure il ministro dello Sviluppo in quota Pd, Flavio Zanonato, ha parlato ieri di un provvedimento da 1,5 mld sui capannoni). Una volta trovata la quadra, viene diramata la nota di convocazione del Cdm di domani, che comprende anche il decreto che elimina le indennità di governo dei ministri-parlamentari.Ma non tutto fila liscio. Pochi minuti dopo la fine dei summit a Palazzo Chigi, e dopo un incontro alla Camera tra Saccomanni e Brunetta, il Pdl fa sapere che in serata, in via dell’Umiltà, i capigruppo vogliono incontrare i ministri e i sottosegretari del partito per avere delucidazioni sul nodo-capannoni. Pochi minuti ancora e Alfano capovolge l’impostazione, facendo sapere che a chiedere l’incontro è stato lui. Qualche altro giro di lancetta e i due capigruppo Brunetta e Schifani derubricano tutto a «incontro di coordinamento».Ma le tensioni ci sono state. I "falchi" Pdl accusano Alfano e i loro ministri di essere troppo "morbidi", dicono che Letta e Saccomanni considerano «di serie B» le loro proposte e vogliono una linea europea «meno morbida». Un’accusa che potrebbe avere come scopo politico quello di strappare la segreteria ad "Angelino". Ma ieri è prevalsa la volontà di tenere i toni bassi. Il vicepremier ha fatto intendere che non si può pretendere tutto e subito, e ha assicurato che il nodo dell’Imu industriale è solo rinviato, non accantonato. Alfano insomma media tra "falchi" e Palazzo Chigi. E a Letta ha già riportato la sensazione, diffusa nel suo partito, che il Pdl sia trattato con poca «dignità».Nella giornata di lavoro di ieri Enrico Letta ha voluto anche mettere a punto il delicato dossier europeo sul lavoro. Ne ha parlato non solo con Brunetta, ma anche con Romano Prodi e Giuliano Amato (con il quale si è soffermato pure sulle riforme istituzionali). Oggi, invece, il premier sarà a Varsavia.