La campagna elettorale ormai alle porte. Il ruolo dell'Europa. Il governo Monti. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, incontra la stampa parlamentare nella Cerimonia del Ventaglio. E, ancora, invita le forze politiche a varare una "nuova legge elettorale, che scongiuri i guasti" prodotti dal Porcellum. Poi lo scontro con la procura di Palermo: "Non ho nulla da nascondere ma un principio da difendere". E si commuove ricordando Falcone e Borsellino.Nel suo intervento, Napolitano tocca anche il punto delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano realizzate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia della procura di Palermo. "Non ho nulla da nascondere ma ho un principio da difendere: la riservatezza e il libero esercizio delle funzioni del capo dello Stato. E mi spiace che qualcuno non abbia intenso la portata della questione". "Il mio mandato scade nel 2013". Fino ad allora, ha spiegato, "io ho da concentrarmi, e mi concentrerò, sullo svolgimento dei miei compiti e doveri, senza indugiare a riflessioni retrospettive perlomeno precoci. E quel che mi aspetta è ancora sufficientemente impegnativo e complesso". Lo sfondo è la crisi: "E' necessario un eccezionale sforzo di coesione nazionale, "è ciò che ci serve, ciò che è prezioso e vitale per reggere alle prove della crisi". E una delle necessità politiche è l'approvazione di una nuova legge elettorale. "Il primo nodo irrisolto da superare rapidamente è quello di una nuova legge elettorale che scongiuri il ripetersi di guasti largamente riconosciuti e che risponda ad aspirazioni legittime avvertite dai cittadini".Il presidente analizza gli ultimi mesi della vita politica italiana. "Penso che, sia in Italia, sia negli ambienti europei e internazionali, si dovrebbe assai più cogliere il valore di questa manifestazione di senso di responsabilità, che è venuta e continua a venire da un decisivo arco di partiti e di gruppi parlamentari". Il riferimento è alla "larga maggioranza in entrambe le Camere" che in questi mesi ha sostenuto il governo Monti. Secondo il capo dello Stato, si tratta di una "presa di coscienza della necessità di riconoscerci in una comune visione dell'interesse generale del Paese e in un eccezionale sforzo di coesione nazionale".