Il ministro dell'Istruzione,
Stefania Giannini, interviene da Aosta sulla sentenza della
Cassazione che impone ad alcuni istituti scolastici religiosi di
Livorno di pagare l'Ici.
Il ministro parte osservando che i giudici dicono "che c'è un
trattamento diverso" tra pubbliche e paritarie "perché sono
istituzioni diverse". Poi Giannini va avanti: "Penso che forse ci sia una riflessione da
fare", e
ricorda che in regioni come il Veneto,
senza paritarie, Stato e Regione "si troverebbero in enormi
difficoltà economiche e strutturali". In Veneto, spiega, "il 67% della educazione infantile e della scuola primaria è coperta dalle scuole paritarie".
A margine della firma nel Palazzo della Regione della Valle
d'Aosta di un protocollo d'intesa relativo alla riforma
scolastica, il ministro ha sottolineato che la sentenza riguarda
un "capitolo che non è di mia pertinenza, quindi non lo commento
nel merito". Ha spiegato poi che "il nostro provvedimento non
interviene certo sulle questioni che riguardano le
amministrazioni locali e le scuole. Interviene su
un altro
principio, dal mio punto di vista assai più fondante, quello
della libertà di scelta educativa, con una, per carità,
simbolica, diciamo, possibilità di riconoscimento alle famiglie
che o scelgono o sono talvolta anche obbligate a scegliere".
Più in generale, ha sottolineato il ministro, "il tema delle
scuole paritarie dal mio punto di vista - la legge riflette
questo punto di vista che non è solo mio, è della maggioranza di
governo - va affrontato in un quadro anch'esso europeo di
riferimento. L'Italia l'ha fatto 15 anni fa, con una belle legge
a firma Berlinguer che così sintetizzo:
"La Repubblica italiana
è dotata di un sistema nazionale pubblico, statale e non
statale. È un sistema integrato dell'istruzione, un sistema che
lo Stato si impegna ovviamente con modalità differenti, a far
sviluppare e non declinare".