C'è chi a maggio invita gli alunni a realizzare disegni per la festa della mamma, c’è chi invece preferisce far fare vignette contro i finanziamenti alle scuole paritarie. Succede in alcune scuole comunali dell’infanzia di Bologna dove le maestre e le educatrici hanno fatto disegnare ai bambini, dai 3 ai 6 anni, cartelloni e vignette per promuovere il voto «A», finalizzato ad abolire il contributo agli istituti paritari privati. Episodi che, nell’aria già bollente chi si respira in città a una manciata di giorni dal referendum consultivo, indignano lo schieramento del «B», che domenica voterà per mantenere l’attuale sistema integrato. Lo denuncia Valentina Castaldini, consigliera comunale del capoluogo emiliano: «Non è possibile strumentalizzare i lavori di bambini così piccoli a fini di propaganda elettorale – ha detto –. Non si fa altro che influenzare negativamente la loro crescita e la loro educazione». Durante le manifestazioni contro il passaggio dei servizi educativi del comune di Bologna all’Asp unica privata, che ha scatenato l’ira di centinaia di maestre e dade bolognesi, i disegni incriminati sono stati portati in piazza e nel cortile d’onore di palazzo d’Accursio, sede dell’amministrazione comunale. «Non ci sono dubbi che quelle figure siano state fatte da alunni piccolissimi - spiega Castaldini -. Le maestre hanno scritto "La nostra scuola con la A" e sotto sono state incollate le vignette dei bimbi». «Una vicenda davvero vergognosa - conclude -. Se per caso venisse fuori che le maestre o le dade hanno usato le ore di laboratorio scolastico per far fare questi cartelloni, sarò costretta a prendere provvedimenti». Il Comitato «Articolo 33», che ha voluto e ottenuto questo referendum, non è nuovo a iniziative di questo tipo. Pochi mesi fa, durante la prima manifestazione organizzata per sensibilizzare la gente a votare «A», alcuni volontari avevano incollato una gigantesca «A» bianca al centro di piazza Maggiore e vi avevano fatto scrivere e disegnare sopra con le matite colorate i bimbi che erano stati portati all’evento. Scritte e graffiti guidati dagli adulti, naturalmente. «Questi disegni li hanno fatti i nostri bambini accompagnati da noi genitori durante le assemblee per informare i cittadini, poi sono stati donati alle maestre per farne buon uso durante le manifestazioni - spiega un genitore della scuola comunale Dozza, aderente all’"Articolo 33" -». « Rivendico il diritto di insegnare a mio figlio ad amare la scuola pubblica - continua - ne avrà bisogno soprattutto per i prossimi anni». «Chiunque abbia fatto fare quei disegni ha usato i bambini per i propri scopi e per sostenere le proprie convinzioni e ideologie - si sfoga una mamma di un’altra scuola materna comunale del quartiere Porto -. Probabilmente mio figlio di 4 anni non si accorge della differenza tra disegnare una A o una B ma, come genitore ateo e laico, non lo posso sopportare. Sono davvero sconfortata-». «Ho la curiosità di sapere - commenta Federica, maestra di una scuola dell’infanzia del quartiere Santo Stefano - quale coordinamento pedagogico sostenga sia giusto utilizzare i disegni dei bambini per una manifestazione che riguarda il nostro contratto di lavoro. È assurdo». Come in tutte le battaglie campali, anche in questa cominciano a essere sferrati i colpi bassi. Si spera solo di non arrivare a toccare il fondo.