sabato 7 novembre 2015
​Maxi-protesta nel lodigiano davanti al centro di distruzione della multiunazionale Lactalis. Gli allevatori: "la metà del latte consumato in Italia arriva da fuori, in un anno chiuse mille stalle". GUARDA IL VIDEO
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Migliaia gli allevatori della Coldiretti delle diverse regioni con mucche e trattori che dalle prime ore del giorno si sono mobilitati per la "guerra del latte" per difendere il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni. L'Italia rischia concretamente di perdere per sempre la propria produzione di latte - è l'allarme lanciato dagli allevatori - perché oggi quasi la metà del latte consumato in Italia viene  dall'estero e la situazione è precipitata nell'ultimo anno con il taglio pesante nei compensi riconosciuti alla stalla dove mancano anche quei pochi centesimi al litro necessari per garantire l'alimentazione delle mucche ed evitare la chiusura. Gli allevatori hanno preso d'assedio il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis, che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) a meno di un chilometro dall'uscita Casalpusterlengo dell'autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana.

Lo sfogo (in dialetto...) dell'allevatore cremonese Giovanni Roda (di Paolo Viana)

Nel 2015 hanno chiuso circa mille stalle, oltre il 60 per cento delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull'occupazione, sull'economia, sull'ambiente e sulla qualità dei prodotti. È il dato allarmante diffuso dalla Coldiretti con lo scoppio della "guerra del latte". "La conseguenza è che - sottolinea la Coldiretti - sono sopravvissute a fatica appena 35mila stalle che rischiano però di scomparire nei prossimi mesi perchè gli allevatori non riescono a coprire neanche i costi per dare da mangiare agli animali. A sostegno degli allevatori il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. "Bisogna pagare il giusto prezzo del latte agli allevatori, perché così non si può andare avanti - ha detto - . La situazione è esasperata ed è tempo di assumersi responsabilità all'altezza del valore della filiera agroalimentare italiana. Servono atti concreti, per questo martedì incontrerò a Milano i rappresentanti di Assolatte".

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