sabato 4 agosto 2012
Da otto anni le ordinanze dei sindaci di Marigliano, Scisciano, San Vitaliano, Brusciano, Nola, Acerra, Saviano, Mariglianella, Castello di Cisterna, Pomigliano d’Arco, Casalnuovo e San Paolo Belsito non permettono i passaggi delle greggi, ma i contadini possono coltivare ortaggi e frutta.
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Roghi, parroci in trincea
Denunciare è un dovere
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​Da otto anni in dodici comuni del Napoletano è vietato il pascolo degli animali. A causa della diossina provocata dagli incendi dei rifiuti. Ma si continua tranquillamente a consumare frutta e verdura. Le ordinanze del 5 marzo 2004, emesse dai sindaci di Marigliano, Scisciano, S.Vitaliano, Brusciano, Nola, Acerra, Saviano, Mariglianella, Castello di Cisterna, Pomigliano d’Arco, Casalnuovo, S.Paolo Belisito, sono ancora in vigore. Nulla per i cittadini. A raccontarci questa incredibile vicenda sono due uomini del Corpo forestale dello Stato, l’agente scelto Umberto Del Pesce e l’agente Francesco Cipolletta, del comando stazione di Marigliano (tre uomini per 12 comuni...). E che quel divieto devono applicare.«Gli animali - ci spiegano - possono mangiare solo foraggi che vengono da fuori regione. Se becchiamo qualcuno che pascola, e non accade raramente, gli facciamo una contravvenzione di tremila euro». Eppure, ci confessano, «qua si continua a pascolare». Malgrado si continui a bruciare rifiuti. Come tocchiamo con mano accompagnando la pattuglia nel suo giro serale. Intanto scorriamo le pagine dell’ordinanza. «Nella zona di Marigliano è stata individuata una "zona a rischio diossine"», «nei comuni limitrofi sono state individuate molteplici "zone a rischio diossine"».Ed ecco davanti a noi una di queste zone. La chiamano "piazzale provinciale", ed è un ampia area asfaltata a fianco della Sp 246. Un vero "inceneritore illegale", dove si brucia di tutto. Sacchi di "pezze", i resti dell’industria tessile "in nero" (cinese e non solo), big bag pieni di plastiche, i classici copertoni, vernici, ceneri di fonderia, e perfino centinaia di piccoli barattoli di alimenti prodotti in Spagna (olive, arachidi, ecc.), sicuramente buttati perché scaduti. «Abbiamo sequestrato più volte quest’area - ci spiegano i forestali -. E abbiamo anche obbligato il comune di Marigliano a mettere due sbarre per bloccare l’accesso, ma vengono coi camion e con una catena le strappano». Eccole, infatti, tutte contorte. Via libera agli incendiari. E ai veleni. Proprio accanto a una delle sbarre una giovane prostituta africana attende i "clienti". Chissà se conosce i rischi di stare lì tra diossine e altri veleni? Lei che non è una pecora... Risaliamo sulla piccola Panda 4x4 e leggiamo ancora. «Considerato l’impossibilità di controllare gli spostamenti che quotidianamente compiono le mandrie e i greggi che praticano il pascolo vagante...». Ora siamo sulla Sp 74. Francesco e Umberto ci raccontano di appostamenti notturni. «Lì ne abbiamo arrestato uno. Era anche un po’ stupido o certo dell’impunità perché i roghi li accendeva sempre nello stesso posto». Poi si sfogano: «Ma non pensano alle malattie che provocano?». Già, certo non quelle delle pecore. Ci infiliamo in una stradina di campagna, ancor più stretta per i mucchi di rifiuti. Località "Ponte dei cani", a fianco di un "lagno", uno dei canali borbonici da tempo trasformati in fogne. E in questo caso discarica: amianto, le solite "pezze", resti chimici, una carcassa d’auto e, al di sopra di tutto, un seggiolino di sicurezza per bambini. Roba bruciata e altra "fresca fresca". Eppure proprio in mezzo c’è una fontana. «Qua solitamente c’è la fila per riempire le bottiglie». Ma per l’acqua non c’è nessuna ordinanza di divieto. Ci spostiamo alla Masseria del Monaco, a un altro "lagno". «Qua dentro buttano regolarmente i sacchi con le "pezze" e ci danno fuoco». I resti anneriti sono ben visibili. Ma c’è anche qualcosa di nuovo. Alcuni enormi contenitori di plastica, pieni di residui, forse chimici. Attorno campi coltivati a pomodori e tabacco. «Quando chiediamo ai contadini non hanno mai visto niente perché, dicono, tutto avviene di notte. Ma non è vero...».  Ripartiamo e torniamo a leggere. «Considerato la necessità di tutelare la salute pubblica...». Ora siamo tra Marigliano e Scisciano. Via Selva, stradina rurale costeggiata da noccioli, noci, peschi e kaki. Trasformata in nera discarica. Fuochi recenti. Si sente forte la puzza. Amianto (centinaia di canne fumarie), barili di vernici. «Qua è sempre emergenza. Quando facciamo una segnalazione ai comuni intervengono per portare via i rifiuti dopo 4-5 anni». Non cambia lo scenario a Piazzolla di Nola. Qua hanno addirittura bruciato delle guaine di asfalto e dei pannelli per controsoffittature. E un enorme cumulo è già pronto, proprio in mezzo alla strada completamente bloccata. Dobbiamo tornare indietro. «Andava molto meglio quando potevamo arrestare chi scarica rifiuti. Ma poi con la fine dell’emergenza questa norma è stata tolta». Fine dell’emergenza? Ma quell’ordinanza numero 22 dopo 8 anni è ancora in vigore... per le pecore.
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