"Tutti abbiamo bisogno di tutti: nessuno, in nessun momento, basta a se stesso. Dobbiamo forse aspettare l'urto della tragedia, della sofferenza e forse della morte, perché la società sia richiamata crudamente a questa elementare verità, che una certa cultura tende a far dimenticare o a tacere?". Così il cardinale
Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell'omelia pronunciata questa sera durante la Messa celebrata nella cattedrale San Lorenzo per i terremotati per l'Emilia Romagna. Insieme al Santo Padre, Benedetto XVI - ha aggiunto il cardinale Bagnasco - meditiamo innanzitutto sulla universale fragilità, nonostante che a volte l'uomo si senta quasi onnipotente, l'assoluto padrone della propria esistenza. Come se tutto, cose ed eventi, dipendesse da lui. Siamo sì artefici della nostra vita e di quella della comunità, ma non in modo assoluto.Per questo - ha sottolineato il porporato - dobbiamo guardarci dalla presunzione e diventare tutti più umili, cioè più veri e saggi di fronte all'umana esistenza, che riserva a ciascuno quel misto di luci e ombre, che ci chiedono di non vivere soli, ma insieme, accanto gli uni agli altri nella famiglia, nella comunità cristiana, nella società civile".
SEVERINO: IMPIEGARE I DETENUTI PER LA RICOSTRUZIONEImpiegare parte dei detenuti per la ricostruzione dell'Emilia colpita dal terremoto. È l'idea lanciata a Bologna dal ministro della Giustizia
Paola Severino. "In un momento come questo che richiede interventi tempestivi penso che si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria protagonista di un'esemplare ripresa".L'iniziativa riguarderebbe i detenuti "non pericolosi e già in regime di semilibertà". Il Guardasigilli ha spiegato, durante la sua visita al carcere della Dozza a Bologna, che si tratta di una "piccola idea" di cui si deve ancora discutere con i direttori e i provveditori. "Vorrei che fossero coinvolte - ha detto - tutte le carceri della regione e se fosse possibile non solo". Questo raggiungerebbe il doppio obiettivo di far sentire utile la popolazione carceraria e di farla apparire utile alle persone colpite dal terremoto. "Ho sempre pensato che il lavoro carcerario sia una risorsa per il detenuto, un vero modo per portarlo alla risocializzazione e al reinserimento nella società".
Facendo l'esempio di Bologna il bacino di detenuti in cui si potrebbe pescare per Severino, escluderebbe i 101 detenuti in alta sicurezza e potrebbe riguardare i 246 tossicodipendenti o il 57% di extracomunitari che compongono la popolazione carceraria della Dozza. Si potrebbe lavorare "su queste due fascie".LUTTO NAZIONALE DOPO UNA NOTTE DI PAURAOggi è stata la giornata del lutto nazionale, nelle zone dell'Emilia colpite dal terremoto e nuovamente provate dalla forte scossa, di magnitudo 5.1, registrata alle 21.20 di ieri. Ed è stata preceduta da un'altra lunga notte di paura e di attesa nelle tendopoli e nelle strutture allestite per accogliere gli sfollati. Molti hanno invece preferito passare la notte all'aperto, chi in auto, chi in camper, qualcuno ha scandito le ore girando in bici. Oggi scuole chiuse tra il Modenese e il Mantovano.La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia e non solo, ha avuto epicentro nel Modenese in una zona compresa tra Novi, Cavezzo, Concordia, San Possidonio e Mirandola. Non ha provocato feriti, ma solo qualche malore per lo spavento tra la popolazione, e nuovi crolli nelle 'zone rosse', già interdette alle persone, tra cui quella della torre dell'orologio di Novi, da tre secoli esatti simbolo della cittadina. Nella notte poi un'altra scossa, nella stessa zona, di magnitudo 3.1.PREVISTO MALTEMPOOggi su tutta l'Emilia-Romagna, dopo una domenica calda e soleggiata, sono previste piogge, anche di forte intensità; la Protezione civile regionale ieri ha emesso un'allerta meteo, in vigore fino alle due della prossima notte. Poi la situazione, secondo le previsioni, migliorerà.CROLLATA L'ANTICA TORRE DI NOVI"La nostra torre è crollata ma noi non crolliamo, siamo in piedi, ce la faremo perché abbiamo le forze per farcela", ha commentato fiduciosa il sindaco di Novi, Luisa Turci, che aveva già avuto la propria abitazione lesionata, come quella di tanti concittadini, dopo la rovinosa scossa di martedì scorso. "Le nostre priorità devono cambiare, è una situazione che ci cambia la vita attuale", ha aggiunto, con un 'ricordò anche per l'antica torre crollata: "Nonostante i danni batteva ancora le mezz'ore, da 'malatà funzionava nonostante fosse quasi giù, ci dava speranza. Ora non c'è più".