lunedì 4 giugno 2012
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Concordia sulla Secchia è un comune di 9 mila abitanti di cui sino a ieri in pochi conoscevano l’esistenza. Pur colpito al cuore dal terremoto del 20 maggio (erano già gravemente danneggiate tutte le chiese del territorio, inagibili il palazzo comunale, il teatro, la caserma dei carabinieri), le cronache nazionali non se ne erano mai occupate. I giornalisti e le tv sono arrivati solo dopo il secondo terremoto del 29 che lo ha letteralmente devastato: l’intero centro storico è “zona rossa”, la lunga teoria di portici è in situazioni critiche, crollati le chiese, le canoniche, il tetto dell’oratorio, la torre della caserma dei carabinieri, gravemente da-neggiati tutte le abitazioni del centro, i supermercati, le banche e distrutti molti dei capannoni della zona industriale.Il ponte che collega Mirandola a Novi e che divide Concordia dalla contigua frazione di San Giovanni è rimasto inagibile per alcuni giorni. I giornalisti sono arrivati al seguito delle colonne della Protezione civile che ha montato una tendopoli al campo sportivo e sta prestando assistenza ai tanti rimasti senza casa o con troppa paura per rientrarvi.A Concordia però, tra devastazione e paura, ci sono da raccontare anche storie di speranza e straordinaria forza. Il parroco, don Franco Tonini è sfollato come tutti gli abitanti della zona rossa: la chiesa e la canonica a cui ha lavorato per quasi trent’anni non ci sono più. Lui ha annullato il pellegrinaggio in Polonia previsto per questi giorni e, sebbene in pena per la situazione, corre da una tendopoli all’altra a trovare i suoi parrocchiani, è in fila per verificare l’agibilità delle strutture parrocchiali che sarebbero necessarie per l’Estate Ragazzi e non smette di pensare a come si può fare per ricominciare la miriade di attività interrotte dal 20 maggio. Ricordiamo anche la storia di Carla e Renzo Belli, titolari di una delle farmacie del paese. Già con il primo sisma avevano subito danni materiali, ma la loro vita ha subito pochi giorni dopo un terremoto ancor più violento a causa della morte in un incidente stradale del loro figlio minore, Marco (30 anni) che a Concordia conoscevano tutti anche perché da tempo lavorava nella farmacia di famiglia in Piazza Roma. Le esequie solenni, alla presenza di oltre un migliaio di persone, sono state celebrate nel giardino di casa, allestito con le tensostrutture normalmente usate per la sagra del paese e con le sedie concesse dal comune. Quella stessa struttura serve ora come luogo di celebrazione della messa domenicale, visto che la adiacente chiesa di San Giovanni è in parte crollata Oggi, nella devastazione generale, Carla e Renzo Belli sono in prima fila per aiutare come possono: la farmacia è sempre aperta (le altre sono in zona rossa) per fornire di medicine gli abitanti e il loro giardino è divenuto luogo di accoglienza per i vicini in difficoltà. Coraggio, Concordi.
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