«Il Comune di Cesena non transige sull'impegno a contrastare il gioco d'azzardo, ed è pronto a rinunciare ad ospitare la fase finale degli Europei under 21, in programma nel 2019, se la Figc manterrà l'accordo di sponsorizzazione appena siglato con Intralot. Questo il tenore della lettera che il sindaco Paolo Lucchi ha inviato questa mattina al Presidente della Federazione Carlo Tavecchio. Nella sua comunicazione il Sindaco rimarca le devastanti conseguenze provocate dalla dipendenza al gioco d'azzardo e ricorda le numerose azioni intraprese dal Comune di Cesena per arginare il grave fenomeno». È quanto si legge sul sito del Comune di Cesena, dove viene anche riportato il testo integrale della lettera:>>> LEGGI LA LETTERA DEL SINDACO LUCCHI Il messaggio che arriva da Cesena è chiarissimo e non ammette repliche. La durezza del sindaco è anche dovuta alla «quotidiana battaglia che le nostre comunità ingaggiano ogni giorno contro la piaga del gioco d’azzardo, che sempre più spesso assume pieghe patologiche, portando alla rovina troppe famiglie”. Dal calcio il sindaco Lucchi si aspetta quindi ben altri messaggi e infatti osserva: «Riteniamo che lo sport debba essere veicolo di valori positivi, capaci di promuovere stili di vita corretti e rispettosi, sui quali incentrare una organizzazione civile delle nostre comunità”, per questo la città di Cesena chiede che “venga rivalutata la decisione della Federazione di legarsi commercialmente ad una società legata al gioco d’azzardo». E se Tavecchio e i signori del pallone italiano facessero spallucce? Bene, spiega il tenace primo cittadino romagnolo, «il Comune è pronto a ritirare la propria disponibilità a ospitare la fase finale degli Europei Under 21 del 2019. Giudichiamo infatti troppo ampia la discrasia fra il gioco d’azzardo ed i valori che riteniamo essere alla base della pratica sportiva, e sui cui si è poggiata la collaborazione sviluppata fino ad oggi fra Comune di Cesena e Figc». Più chiaro di così!
In contemporanea arrivano anche altre prese di posizione contrarie all'intesa tra la Federazione italiana gioco calcio e la società Intralot. AZIONE CATTOLICA: LO SPORT NON VA D'ACCORDO CON AZZARDO L’Azione Cattolica Italiana esprime "il suo forte disappunto per la inopportuna decisione della Federazione Italiana Gioco Calcio (Fgci) di sottoscrivere un accordo di sponsorizzazione con la multinazionale delle scommesse on-line Intralot". In una nota la presidenza dell'Ac osserva che "paiono oltremodo insufficienti le rassicurazioni della stessa Figc che intenderebbe evitare la presenza dello sponsor dell’azzardo sulle maglie o associato alle immagini dei giocatori. Questo contratto andava evitato. Collegare in qual si voglia maniera l’azzardo al mondo dello sport, il calcio in questo caso – la disciplina sportiva più amata e praticata nel nostro paese – espone ancora di più i giovani e i meno giovani a un pericoloso inganno che già inquina ampiamente la nostra cultura e le nostre relazioni. Un inganno che illude il giocatore di poter dominare la sorte; distorce la radice del nostro paese, che è costituzionalmente fondato sul lavoro e non sull'idea che il denaro si vinca con un colpo di fortuna; nei fatti, una fabbrica di povertà che toglie denaro all'economia reale". "Compito dello sport - si legge ancora - è essere pienamente se stesso: tempo e spazio educativo, occasione di divertimento e di crescita umana e civile, scuola di socialità, di vita, di lealtà, di sacrificio. Una federazione sportiva che per denaro decide di promuovere l’azzardo tradisce se stessa e inganna tutti coloro che quella tal disciplina seguono, amano, praticano. La scelta della dirigenza nazionale della Figc di sponsorizzare il gioco d’azzardo – perché questo di fatto è – la rende complice e promotrice di un fenomeno, l’azzardo, che mette in gioco direttamente la sopravvivenza delle famiglie, soprattutto in un tempo di crisi economica e di depauperamento etico qual è quello che viviamo". "Una scelta - prosegue la nota - quella della Figc che trova terreno fertile (come più volte abbiamo denunciato, anche attraverso campagne come “SlotMob” e “Mettiamoci in gioco” e la “Carta dei valori contro l’azzardo”) in uno Stato italiano che si dice a parole contro l’azzardo, che produce nel merito normative e regolamenti quantomeno contraddittori, ma che nei fatti preferisce continuare lucrare sul gioco d’azzardo per fare cassa, senza pensare alle conseguenze gravissime di questa sua scelta. L’Azione cattolica italiana "ribadisce l’intenzione a continuare la sua opera di denuncia dell’azzardo e di sensibilizzazione sul male che l’azzardo fa alla vita delle persone e delle famiglie, dando come sempre sostanza all’impegno educativo che rimane la sua cifra distintiva. Certa di non essere sola ma in compagnia di tante realtà della società civile, ecclesiali e non, che hanno a cuore il futuro del nostro paese e delle persone che lo abitano". AGESC: PRONTI A BOICOTTARE STADI E PAY TV “La scelta di Intralot come sponsor della Nazionale di calcio è paradossale” – afferma il presidente nazionale Agesc Roberto Gontero -. Da sempre la nazionale di calcio rappresenta valori positivi ed è amata e seguita dai nostri ragazzi (un milione nella scuola cattolica). Sarebbe oltremodo disdicevole veder giocare i big del calcio sotto la bandiera di una multinazionale del gioco d’azzardo, proprio adesso che il Governo ha assunto disposizioni limitative rispetto alla pubblicità". “E’ chiaro - aggiunge il presidente di Agesc - che questa ‘rimonta’ corrisponde ad un bel piattino servito proprio al Governo, che limitando la pubblicità comincia finalmente ad affrontare i problemi ingenerati dalla ludopatia: isolamento e rovina economica delle famiglie. Per la responsabilità educativa che abbiamo, e proprio per le famiglie, sempre più provate da questa piaga, se la Figc non farà un passo indietro, Agesc chiederà a tutti i propri soci di togliere i figli dalle squadre giovanili di calcio e di rinunciare ad acquistare biglietti ed abbonamenti per le partite, compresi quelli per le Pay TV. E’ impensabile dire ai giovani che il gioco d’azzardo è una piaga quando i loro idoli sportivi vanno in TV a dire il contrario negli spot”.