martedì 1 ottobre 2024
Il nuovo sindaco e sigle femministe hanno duramente criticato la pacifica iniziativa davanti al Policlinico “40 giorni per la vita”. Che chiede di accorgersi della solitudine delle donne
Il presidio di preghiera davanti al Policlinico di Modena

Il presidio di preghiera davanti al Policlinico di Modena

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È partita da pochi giorni a Modena la terza edizione della campagna “40 giorni per la vita”, dopo le partecipate edizioni dell’autunno 2023 e della Quaresima 2024. Quest’anno il fatto nuovo è che il neo sindaco della città Massimo Mezzetti ha attaccato la campagna sostenendo che si tratterebbe di una forma di «subdola violenza».

Ma di cosa si tratta? L’iniziativa “40 giorni per la vita”, partita mercoledì 25 settembre, rientra all’interno della campagna internazionale “40 days for life” che si svolge contemporaneamente in diverse città del mondo (quest’anno ben 703) e che durerà fino a domenica 3 novembre. Caratteristica della campagna è una veglia continuata per almeno 12 ore al giorni per 40 giorni consecutivi davanti a una struttura cittadina in cui vengono praticati gli aborti volontari. Per Modena questo luogo è il Policlinico cittadino.

Le finalità della preghiera indicate dagli organizzatori sono quelle di chiedere forza a Dio per portare avanti la cultura della vita, contrastare la cultura dello scarto denunciata da papa Francesco e sensibilizzare la città perché sostenga le mamme in difficoltà così che gli aborti abbiano fine.

«La nostra è una manifestazione pacifica – sostiene Maria Sole Bertolini, del comitato organizzatore modenese –. La nostra presenza è un gesto di sostegno alle donne: l'aborto è spesso frutto di solitudini, pressioni e abbandono da parte di una società che fa fatica a far spazio alla nuova vita in arrivo».

Quest’anno però per la prima volta, l’amministrazione modenese ha adottato una posizione ostile all’iniziativa: «La veglia per la vita è un’iniziativa antiabortista che nulla ha a che fare con il sostegno alle donne», ha detto il sindaco. Un cambio di atteggiamento rispetto al predecessore Gian Carlo Muzzarelli, che aveva sostenuto pubblicamente la legittimità di tutte le manifestazioni. Diverse realtà cittadine, tra cui alcuni consiglieri comunali, hanno criticato l’uscita del sindaco, evidenziando che nulla della preghiera giustifica la sua accusa.

L'attacco del sindaco Mezzetti è stato a sua volta replicato dall’Unione Donne (Udi), che ritiene l'iniziativa come una forma di pressione sulle donne. Inoltre da alcuni mesi è nato anche un coordinamento che vuole fermare la preghiera e che nei mesi scorsi ha incontrato il questore chiedendo di spostare l’iniziativa in un'altra sede. Si tratta di un’autodefinita “rete pro choice”, che fa riferimento principalmente a “Non una di meno”.

Nonostante queste incomprensioni la preghiera sta continuando, e anche in questa edizione la partecipazione è costante. Le prime due edizioni hanno contato sulla partecipazione di circa 400 persone, cattolici ed evangelici insieme, provenienti sia dalla città sia da altri territori.

Davanti al Policlinico già dal 2000 continua anche la settimanale “Preghiera per la vita nascente” promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, nata dalla volontà del fondatore don Oreste Benzi.

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