La cattedrale di Amalfi. La diocesi propone l'itinerario "Tra Via Regia e cammino giubilare"
Santuari, cammini e luoghi di culto, ricchi di spiritualità e di bellezza, che diventano accessibili davvero a tutti in vista dell’Anno Santo del prossimo anno. Nell’ambito del progetto “Giubileo for all”, presentato il 29 gennaio a Roma alla Pontificia Università Urbaniana e introdotto da monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, le diocesi, coinvolgendo comunità ed enti locali, stanno promuovendo interventi e lavori perché luoghi di arte e di fede possano essere goduti anche da chi ha una qualsiasi disabilità.
«La bellezza – spiega suor Veronica Donatello, responsabile Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei – è un codice universale, fruibile da tutti. Le diocesi hanno avuto il desiderio di fare rete, andando a incontrare i sindaci e gli amministratori, con la piena consapevolezza che il tema riguardi non solo la disabilità. Anche una nonna anziana, una mamma con un passeggino, i gruppi di pellegrini e visitatori presentano necessità che vanno prese in considerazione. L’assenza di barriere, però, non può essere il nostro fine ultimo: è importante saper passare dall’accessibilità alla partecipazione. Il senso civico che ci porta a rimuovere le barriere ci porta a rimuovere anche le barriere culturali. E infatti, nei luoghi dove si è lavorato in tal senso, sono scaturite molte altre iniziative di coinvolgimento che continuano nel tempo».
Al convegno, alla presenza di Dino Angelaccio del coordinamento “Giubileo for all” e presidente di Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili (Itria), sono stati presentati i primi interventi, come “Iter Suasanum. Alle radici del cristianesimo” della diocesi di Senigallia, “Tra Via Regia e Cammino giubilare” della diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni”, “E ti vengo a cercare. Cammini verso l’infinito” della diocesi di Locri-Gerace e “Romanic@mente” della diocesi di Campobasso-Bojano.
«Non concentriamoci esclusivamente sul problema immediato da risolvere. Abbattere le barriere – conclude suor Donatello – deve diventare quasi un pretesto per arrivare a una grande rivoluzione culturale che ci porti a pensare gli spazi con un’ottica nuova di apertura. Secondo le ultime statistiche, le persone con disabilità in Italia sono tredici milioni. È un patrimonio umano, culturale, religioso e persino economico che rischiamo di perdere se viene escluso».