lunedì 4 marzo 2024
L'organismo vaticano presieduto dall'arcivescovo Paglia ricorda che "la tutela della vita umana è il primo obiettivo dell'umanità" e invita i governi a "dare i meglio" perché "diventi una priorità"
L'Arc de Triomphe, uno dei simboli di Parigi e della Francia

L'Arc de Triomphe, uno dei simboli di Parigi e della Francia

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«Proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un “diritto” a sopprimere una vita umana». è il giudizio espresso dalla Pontificia Accademia per la Vita (Pav) «in merito all’inserimento nella Costituzione, in Francia, della garanzia della libertà per le donne di ricorrere all’aborto».

«La tutela della vita umana – afferma l’organismo vaticano presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Paglia – è il primo obiettivo dell'umanità e può svilupparsi soltanto in un mondo privo di conflitti e lacerazioni, con una scienza, una tecnologia, un'industria a servizio della persona umana e della fraternità». La centralità del tema in un tempo come quello che stiamo vivendo spinge la Pontificia Accademia a invitare «tutti i governi e tutte le tradizioni religiose a dare il meglio affinché in questa fase della Storia la tutela della vita diventi una priorità assoluta, con passi concreti a favore della pace e della giustizia sociale, con misure effettive per un universale accesso alle risorse, all'educazione, alla salute. Le particolari situazioni di vita e i contesti difficili e drammatici del nostro tempo vanno affrontati con gli strumenti di una civiltà giuridica che guarda prima di tutto alla tutela dei più deboli e vulnerabili». Il pensiero del Papa in materia, ricordato dalla nota dell’Accademia vaticana, è inequivocabile: «La difesa della vita – disse nell’udienza generale del 25 marzo 2020 – non è un’ideologia, è una realtà, una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani. (...) Si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente».

Un pensiero del quale si coglie l’eco nel comunicato diffuso dai vescovi francesi all’indomani del varo del provvedimento in Senato, con parole che la Pav cita nella premessa della sua nota, a sottolineare la piena unità della Chiesa sul punto: «L’aborto, che rimane un attentato alla vita fin dall’inizio – ha scritto la Conferenza episcopale francese il 29 febbraio –, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne». I vescovi d’oltralpe hanno espresso rammarico in particolare per il fatto che «il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio». Il Papa, la Pontificia Accademia, i vescovi: tre voci che ricordano a tutta la società che «non può esserci un “diritto” a sopprimere una vita umana».

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