Una ragazza formata da Cometa al lavoro nella boutique
«Adesso ho un motivo per alzarmi dal letto al mattino.» Basterebbero queste parole per capire quanto per un ragazzo o una ragazza il lavoro sia l’occasione per ritrovare sé stesso e ricominciare a vivere. Alex lo dice del suo posto da commesso in un outlet in centro a Como, dove lavora assunto a tempo indeterminato.
«La nostra storia nasce dall’accoglienza nel 1986 – racconta Alessandro Figini, responsabile dell’area lavoro di Cometa a Como –, un sì detto per un bambino che nessuno voleva, ha iniziato un abbraccio che si è dilatato ad altre situazioni di difficoltà, coinvolgendo altre famiglie che aprendo le porte delle proprie case hanno accolto bambini e bambine, dando poi vita all’Associazione Cometa: una rete di famiglie disponibili all’affido seguita da una équipe multidisciplinare. Da questo seme sono poi nati anche il centro di affido diurno Il Manto, la scuola Cometa Formazione/Oliver Twist con il liceo, il professionale e i mini master per migranti e rifugiati: le circostanze ci ponevano davanti a dei bisogni e insieme abbiamo provato a rispondere. È stato così anche quando abbiamo visto la difficoltà di trovare un lavoro per chi finiva la scuola, o quando è venuto il papà di un alunno con la sindrome di down, a chiederci se si poteva fare qualcosa per lui. Ci siamo messi in gioco e nel tempo sono nate alcune attività: la falegnameria “Contrada degli Artigiani” nel 2008; “Anagramma”, un bar bistrot a Cernobbio nato nel 2015; “for&from” nel 2019, un outlet nel centro storico di Como in collaborazione con il gruppo spagnolo Inditex e Tempe; un forno per il pane e un pasticceria durante il Covid e “Il Pane di Sandro”, un punto vendita dedicato, avviato a maggio del 2022; un “Work Café” aziendale per LVMH a Milano, attivo dallo scorso anno. Ultimo un outlet che si chiama “In Store” in collaborazione con il gruppo Calzedonia».
Dare un’occasione di lavoro ai giovani e, per quelli con fragilità e disabilità – in Cometa sono circa una trentina regolarmente assunti –, offrire un luogo che consenta loro di intraprendere un percorso di crescita professionale, scoprire i propri talenti, disegnando le competenze specifiche che ciascuno può raggiungere.
«L’impostazione che cerchiamo di dare – continua Alessandro Figini – nasce dalla consapevolezza che ognuno di noi è un dono, è unico e ha un suo posto nel mondo. Da qui sorge l’attenzione e la cura del singolo, un’osservazione costante per creare condizioni di lavoro su misura, per favorire, insieme alle famiglie, il crescere delle singole capacità, dando la possibilità a tutti di sperimentare una gratificazione e una soddisfazione nel fare le cose».
Questo sguardo è sicuramente ciò che caratterizza l'intera realtà di Cometa e genera una continua formazione creando una rete di sostegno ai responsabili delle diverse attività: momenti dedicati di équipe con una pedagogista che aiuta e definire nuove strategie di apprendimento per il singolo.
Le realtà di Cometa non chiudono i battenti quando finiscono le ore di lavoro; sono luoghi di vita, dove si festeggia insieme un compleanno, si fanno le vacanze o si esce la sera per una pizza, si condivide la difficoltà e il giorno dopo la gioia di una festa o un momento di svago. «Siamo in divenire – precisa Figini –, per cui continuamente ci sentiamo messi in discussione e provocati ad approfondire le modalità dei nostri tentativi. Per questa ragione è nata una collaborazione, per noi molto importante, con una associazione spagnola Apsa, che da tempo lavora sulla disabilità. Un incontro che ci ha dato l’opportunità di fare corsi di formazione e scoprire nuove strade e nuovi strumenti, perché “il bene bisogna farlo bene”!».
Valutare, osservare, conoscere i limiti, diventano azioni determinanti per non mettere i ragazzi in situazioni di stress e trovare, invece, i punti di forza che sostenuti da strumenti adeguati, riorganizzando e migliorando le attività, permettono una vera crescita.
«Di solito sono gli altri che devono fare qualcosa per me, perché vedo poco e cammino male; al lavoro invece ho scoperto che io posso fare qualcosa per gli altri. Finalmente posso guardare in faccia la realtà con dignità. Mi sveglio ogni mattina con la gioia nel cuore, pensando non di andare al lavoro, ma di andare dai miei amici a fare il caffè». Le parole sono di Federica che lavora al “Work Café” di Lvmh. Qualcosa che vale per tutti noi che andiamo a lavorare ogni giorno. «Perché la cosa più bella – riprende Figini – è vedere che nel procedere insieme si creano occasioni che sono prima di tutto per noi che lavoriamo e poi per tutti quelli che incontriamo: sono la possibilità di scoprire che lavorando si possono riconoscere i nostri desideri più veri e più profondi e dare dignità alle nostre giornate riempiendole di senso e bellezza».