martedì 16 luglio 2024
Perché è ancora tanto difficile confrontarsi sulla natura e l'identità della vita nel grembo materno? Iniziativa al Senato di Movimento per la Vita e della rete di associazioni "Ditelo sui tetti"
Il convegno al Senato. Da sinistra: Bellieni, Casini, Menorello e Navarini

Il convegno al Senato. Da sinistra: Bellieni, Casini, Menorello e Navarini

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Rendere il concepito più visibile a tutta la società. Collocare saldamente il tema della vita nascente nello spazio della laicità. Modificare il primo comma del Codice civile (che attualmente recita «La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita»). Lavorare alla prevenzione dell’aborto sostenendo i Centri di aiuto alla vita. E avviare una comunicazione più positiva che sappia costruire quella che Giovanni Paolo II chiamò «civiltà della verità e dell’amore». È la strada tracciata da Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano (Mpv) e docente di Bioetica all’Università Cattolica, per la sensibilizzazione della dignità della persona fin dal concepimento.

Casini ha offerto la sintesi del convegno “Scientificamente... “uno di noi”. Nascituro: appello alla ragione”, che si è tenuto il 16 luglio nella Sala degli Atti parlamentari in Senato, su iniziativa del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, in collaborazione con il Mpv e il network associativo “Ditelo sui tetti”. Un’unione di intenti, quella tra le due associazioni, che apre a futuri scenari di collaborazione per la tutela della vita.

L’incontro, come ha sottolineato il coordinatore della tavola rotonda, Domenico Menorello, portavoce di “Ditelo sui tetti” (dall’11 maggio anche vicepresidente del Movimento per la Vita), ha aperto a nuovi confronti sulla dignità del feto, lanciando anche proposte come l’inserimento del nascituro nel calcolo Isee e nel quoziente familiare, e l’anticipazione dell’assegno unico al primo mese di gravidanza (attualmente garantito dal settimo).

In questa direzione si sono mosse le relazioni, precedute dall’intervento di Gasparri che ha citato il recente disegno di legge da lui proposto sul reddito di maternità alle donne che fanno la scelta di non abortire (1.000 euro al mese per cinque anni). «Un aiuto economico ma anche morale che non vuole cambiare la legge 194», ha sottolineato il senatore.

Carlo Valerio Bellieni, neonatologo, professore associato all’Università di Siena, ha sottolineato come già prima della nascita il feto sperimenti una vita piena, che dalla metà della gravidanza comporta anche l’esperienza del dolore. «Si stanno studiando farmaci anestetici da utilizzare durante gli interventi sui feti. La vita, dunque, ha una formazione più precoce di quanto viene raccontato – ha sottolineato Bellieni –. Nei primi mille giorni, che vanno dal concepimento fino al secondo anno di vita, tutte le informazioni che vengono recepite rimangono impresse nel ricordo del neonato». Bellieni ha raccontato di aver scoperto grazie a un esperimento che i figli delle ballerine che hanno danzato durante la gravidanza hanno bisogno di essere cullati più fortemente per addormentarsi, perché ricercano lo stesso movimento che hanno sperimentato prima della nascita.

Sul versante antropologico si è invece mossa Claudia Navarini, professore ordinario di Filosofia morale presso l’Università Europea di Roma e vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), che ha confutato la tesi di quanti affermano che non tutti gli esseri umani (e quindi anche i feti) siano persone aventi dignità, una dignità che dunque sarebbe presente solo a determinate condizioni come la razionalità. «Un individuo non è persona perché si manifesta come tale ma, al contrario, si manifesta così perché è persona – ha detto Navarini –. L’essere umano appartiene all’ordine ontologico, e in quanto tale coincide con l’essere umano dall’inizio della vita biologica. La persona ha quindi valore e dignità assoluta».

Un’argomentazione supportata anche dal diritto italiano, come ha sottolineato Giovanni Doria, professore ordinario di Diritto privato all’Università Tor Vergata: «L’embrione è per legge un soggetto di diritto. Lo troviamo scritto in molti punti del Codice civile, come nelle disposizioni sulle successioni in cui si parla di diritto del concepito, o nella legge sull’aborto, e riaffermato dalla Corte costituzionale e dall’orientamento della Corte di Cassazione. Il professore ha inoltre citato il secondo comma dell’articolo 1 del Codice civile («I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita»), spiegando come faccia riferimento a quella si chiama “aspettativa giuridica” (in questo caso del nascituro), che solo una persona può avere. Dunque «anche il feto possiede una propria soggettività giuridica».

In conclusione le parole di Casini. «Il nascituro non è meno uomo solo perché non è visibile. Il nostro è un impegno che si fonda sulla ragione e sulla dignità dell’essere umano, lungi da noi farne un problema religioso. È in gioco la nobiltà della laicità. La presidente del Movimento per la Vita ha citato i tanti bambini salvati dai Centri di Aiuto alla Vita. «Il Progetto Gemma ha aiutato a far nascere 25mila vite dal 1994 a oggi, e 265mila sono le vite salvate grazie all’opera del volontariato Cav». Ormai imminente, infine, l’appuntamento del seminario estivo per i giovani “Vittoria Quarenghi” (dal 25 al 31 luglio a Santa Maria di Leuca, Lecce) che avrà come titolo “Nati per qualcosa di grande”.

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