Per lo zucchero italiano (quel poco che è rimasto) è nuovamente allarme rosso. A lanciare l'avvertimento è stata Coldiretti che ha spiegato: «Oltre 4 pacchi di zucchero su 5 arrivano già dall'estero». E non solo, perché accanto all'invasione di zucchero straniero c'è il concreto rischio che "la produzione made in Italy venga azzerata – viene sempre spiegato dai coltivatori diretti –, dalla concorrenza sottocosto dei Paesi del Mercosur che nell'ambito dell'accordo di libero scambio con l'Unione Europea hanno ottenuto maggiori concessioni con il dazio zero sul contingente di 180mila tonnellate». Insomma, ciò che fino a qualche anno fa era uno dei comparti d'eccellenza dell'agroalimentare nazionale, è ormai ridotto al lumicino anche se vale ancora migliaia di posti di lavoro. L'allarme di Coldiretti arriva a poche ore dall'incontro del Consiglio Agricoltura della Unione europea che si terrà domani a Bruxelles. Nella riunione il commissario all'Agricoltura Phil Hogan riferirà ai ministri sulle conclusioni dei lavori del gruppo ad alto livello, composto dai rappresentanti degli Stati membri e dell'Esecutivo comunitario. Obiettivo dell'iniziativa dell'organizzazione agricola, è quello di evitare ulteriori ridimensionamenti produttivi in Italia e a livello europeo del settore saccarifero. Un rischio – viene spiegato in una nota –, aggravato dalla Brexit. Nel gioco dei negoziati, infatti, è necessario non dimenticare che l'Ue è un esportatore netto di zucchero nel Regno Unito. Senza un accordo, oltre Manica è già stata annunciata l'applicazione di tariffe all'importazione sullo zucchero bianco (pari a 150 euro/tonnellata) che ridurrebbero o eliminerebbero l'attuale surplus commerciale netto con effetti pesanti sul mercato comunitario. Secondo i coltivatori diretti quindi, l'effetto congiunto del Mercosur e di un mancato accordo su Brexit determina il rischio concreto di un peggioramento della situazione del settore saccarifero in Italia e in Europa. Da qui la richiesta: «La Commissione deve agire rapidamente con interventi urgenti per il settore dello zucchero». Senza provvedimenti, fra l'altro, il comparto in Italia rischia ancora di più: occorre non dimenticare che già oggi il più importante e storico marchio del settore – l'Eridania –, è da tempo in mano francese. Oltre a questo, i consumi languono e sono minacciati dal possibile aumento dell'Iva che rischia di riguardare anche i beni di prima necessità come, appunto, lo zucchero che oggi ha un'imposizione del 10%. Lo zucchero sta diventando sempre più amaro per tutti.
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