Dalla reazione di Zaccheo alla presenza di Gesù a casa sua ci accorgiamo che si è prodotta un'importante conversione: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto» (Lc 19,8). Non dubitiamone: il motore di una simile trasformazione era stato lo stupore per la misericordia che Zaccheo aveva sperimentato sulla sua pelle. Zaccheo viene corretto dalla misericordia. Modifica il proprio comportamento, rivede i propri atteggiamenti, reimposta le priorità. Ha la forza di rialzarsi in piedi. Solo un eccesso d'amore poteva risanare dentro di lui una vita disordinata. Non si sente giudicato da Gesù. I giudizi ci feriscono nelle nostre intransigenze e non di rado ci sospingono su sponde irriconciliabili.
Zaccheo ben conosce il suo egoismo. Sa quanto l'avarizia lo domini, al punto di truffare e sfruttare gli altri. Ma, guardando alla sua vita meschina, diremmo che c'è una cosa che davvero non conosce: la misericordia. Fino all'incontro con Gesù, egli riceveva dagli altri niente più dell'eco di ciò che dava. La sua avidità aveva in risposta il disprezzo. Per questo la misericordia che Gesù gratuitamente gli offre sortisce un tale effetto trasformativo. Nel romanzo di Graham Greene La roccia di Brighton, un personaggio afferma: «Nessuno può nemmeno concepire… lo straordinario mistero della misericordia divina».
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