Per xenotrapianto si intende il trapianto di organi, tessuti o cellule da una specie animale in un'altra specie; nel nostro caso, in riceventi umani. Sono già stati fatti tentativi di trapianto di rene, fegato, cuore, da primati non umani (scimmie) all'uomo, con sopravvivenza variabile, da pochi giorni a un paio di mesi. Di recente, l'uso dell'ingegneria genetica ha permesso di utilizzare organi di maiali modificati geneticamente e resi così più "compatibili" con i primati, riducendo in tal modo il rigetto da parte del ricevente; a cui si aggiunge lo sviluppo di nuovi farmaci immunosoppressori per prevenire tale reazione. Ma siamo sempre in fase esplorativa, sperimentando specialmente da maiale a primate non umano.
Oltre agli aspetti scientifici e tecnici, ci sono questioni etiche e antropologiche che vanno considerate, con un approccio interdisciplinare che permetta di analizzare i problemi e indicare norme da seguire. Riguardo alla possibilità di utilizzare organi da animali per il trapianto nell'uomo, vanno esaminati attentamente alcuni elementi: necessità della conferma sulla sicurezza ed efficacia prima di passare all'uomo, dato che siamo ancora in fase sperimentale preclinica (da animale ad animale); valutazione degli animali transgenici (modificati geneticamente), considerando il rispetto e la tutela di essi, da un lato, e la gestione di eventuali conseguenze per l'uomo, dall'altro; analisi del rapporto rischi/benefici per il paziente, in particolare del pericolo di xenozoonosi (passaggio di agenti infettivi dall'animale all'uomo); informazione e consenso degli esseri umani coinvolti in una sperimentazione di xenotrapianto e le misure che dovranno seguire nei loro contatti con i familiari (possibili infezioni trasmissibili); identità e integrità psicologica di una persona umana trapiantata con organo o tessuto da animale.
Maggiore informazione e discussione sul tema, saranno sempre più urgenti e importanti, per conoscere i vari aspetti di questa pratica medica e definire i criteri etici e la regolamentazione giuridica per sviluppare una possibilità terapeutica futura. A tal proposito, come si legge in un documento della Pontificia Accademia per la Vita, «questa informazione dovrà essere rivolta al maggior numero di persone possibile. Inoltre, con dibattiti e confronti pubblici, in piccoli e grandi gruppi, la società stessa nel suo insieme, attraverso i suoi rappresentanti, dovrà individuare le condizioni di accettabilità per investire risorse e speranze in questa nuova prospettiva terapeutica, alla luce delle incertezze scientifiche ancora presenti e della urgente necessità di aumentare la disponibilità di organi da trapiantare» (La prospettiva degli xenotrapianti, 2001).
Cancelliere
Pontificia Accademia per la Vita
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