Una serie di vantaggi pensionistici e fiscali, a titolo di risarcimento, sono riservati ai cittadini, alle forze dell'ordine e ai rispettivi familiari, riconosciuti vittime del terrorismo, della criminalità organizzata, oppure vittime per il semplice svolgimento del proprio dovere. I risarcimenti, così stabiliti dalla legge 206 del 2004, sono inoltre integrati da borse di studio, periodicamente bandite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in favore dei diretti interessati, degli orfani e dei relativi familiari. Sono ora aperti i bandi per l'assegnazione delle borse relative sia all'anno scolastico 2018/2019 sia all'analogo anno accademico 2018/2019, il primo bando riservato agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, il secondo per gli iscritti ai corsi di laurea o di specializzazione (purché non retribuiti) e ai corsi dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam). La scadenza per le domande, per complessive 800 borse, è stabilita a giovedì prossimo 19 marzo (moduli sulla Gazz.Uff. Concorsi del 18 febbraio scorso). Quest'anno le risorse finanziarie disponibili presso il Ministero dell'Istruzione sono risultate insufficienti rispetto allo stanziamento previsto. Pertanto, per non creare diseguaglianze tra i beneficiari, si è preferito ridurre l'importo delle singole borse di studio così da lasciare invariato il numero di quelle da assegnare.
Pensioni Inps. Ha provveduto invece regolarmente l'Inps nella rivalutazione per il 2020 delle pensioni alle «vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice». Le pensioni interessate sono esonerate da eventuali sommatorie con altri assegni spettanti e quindi sono sempre rivalutate singolarmente. Quest'anno l'Istituto di previdenza ha applicato una rivalutazione dell'1,25% (aliquota indicata dalla citata legge del 2004) rispetto agli aumenti disposti per la generalità delle pensioni. È stato quindi attribuito un aumento dell'1,25% sugli assegni mensili fino a 1.535 euro (fino a tre volte il trattamento minimo), dell'1,125% sugli assegni fino a 2.565 euro (da tre a 5 volte il minimo) e dello 0,9375% sugli importi della fascia superiore. Tale calcolo è risultato il più favorevole, in alternativa, rispetto all'aumento ordinario dell'0,4% applicato, non per fasce di importo, ma sull'intero trattamento già in pagamento.
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