giovedì 3 marzo 2022
È la descrizione di Putin più efficace del momento: «Quell'uomo non ha sguardo; ha degli occhi, ma non ha sguardo, o se ha uno sguardo è uno sguardo di ghiaccio, privo di qualsiasi espressione». Sono parole di Volodymyr Zelensky riportate dal ritratto che del presidente ucraino fa sulla “Repubblica” (28/2) Bernard-Henry Lévy. Parole confidate tra amici prima dell'elezione a presidente. Il ritratto è appassionato e retorico nella migliore tradizione di Lévy, e volto a creare un'epopea, quella dell'«eroismo tranquillo e fiero. Questo aspetto da Allende alla vigilia dell'assalto alla Moneda», di un eroe che deve imparare a fare la guerra senza amarla: «Che gli dei siano con lui».
Dell'uomo senza sguardo scrive anche Hélène Carrère sul “Corriere” (1/3): «Bisognerebbe esaminare i suoi gesti, sarei curiosa di sapere che cosa ne pensano gli esperti, i medici». E ancora: «Insisto sulla questione psicologica, sulla regressione». È un coro, a cui si aggiunge Michele Brambilla sul “Quotidiano nazionale” (1/3): «Putin sembra impazzito».
Sulla “Repubblica” (1/3) Franceschini e Mastrolilli citano «un'autorevole fonte russa» secondo la quale «la sua mente è in stato così crepuscolare negli ultimi anni, e la misantropia è diventata così intensa, che nulla si può escludere. È difficile per le persone razionali credere a una simile follia». Dagli Usa, l'ex capo della National Intelligence, James Clapper, intervistato da Valeria Robecco (“Giornale”, 2/3), conferma: «Personalmente penso sia instabile, sono preoccupato per la sua lucidità mentale e il suo equilibrio».
Si dissocia soltanto il giornalista russo Andrey Soldatov, intervistato da Michela A. G. Iaccarino sul “Fatto” (1/3): «Non direi che è impazzito, ma è convinto di essere nel giusto». Ma chi scatena la guerra non è mai nel giusto. Tutti si schierano. Pure la pubblicità, sia pure involontariamente. “Repubblica” (2/3), pagina 4. Sotto il titolo «Razzi sui civili, è strage», il claim dell'inserzione è enorme: «Nausea?».
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