Oggi a Los Angeles, alle 18.30 (in Italia sarà già notte), si gioca il LVI Super Bowl, la finale del campionato di quel che negli Stati Uniti è, semplicemente, il “football”. A scontrarsi saranno i Los Angeles Rams e i Cincinnati Bengals. Si sa che per quel Paese è il più importante evento pop, sportivo-televisivo, dell'anno, anche per via delle attesissime esibizioni di metà partita.
Niente di strano, dunque, che la Chiesa cattolica vi prenda, in qualche modo, parte. E che gli arcivescovi delle città “finaliste”, monsignor José H. Gómez di Los Angeles (presidente della Conferenza episcopale Usa) e monsignor Dennis M. Schnurr di Cincinnati, siano anche tifosi. Eccoli dunque diffondere attraverso la Rete la notizia di una loro scommessa, a base di dolci, su chi vincerà il Super Bowl.
«Non vedo l'ora di celebrare la vittoria dei Rams con il delizioso gelato che l'arcivescovo Schnurr mi manderà» e «La cosa più bella della vittoria dei Bengals sarà assaporare le famose torte e biscotti inviati dal mio amico arcivescovo Gomez» è lo scambio di battute da “tifosi rivali” riportato nell'annuncio dell'iniziativa, uscito il 9 febbraio. Che però, da semi-privata, come fu l'anno scorso tra i vescovi interessati, è stata trasformata dalle due diocesi nella pubblica promozione di una raccolta fondi a favore delle scuole cattoliche.
Lo stesso annuncio segnala infatti un apposito sito, BishopBigGame.com ( bit.ly/3rJlIwa ), e un omonimo hashtag, #bishopbiggame, attraverso i quali i tifosi-fedeli delle due parti sono invitati anch'essi a “scommettere” e a far “scommettere”: ma attraverso una donazione, da 9 dollari (quarterback level) in su, a un fondo comune, indicando per quale città si parteggia. La somma così raccolta verrà destinata per il 60% alle scuole cattoliche dell'arcidiocesi “vincente” e per il 40% a quelle dell'altra arcidiocesi. Nessun azzardo e nessuno scherzo: il contatore delle offerte, ieri, cresceva al ritmo di mille dollari ogni ora.
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