giovedì 17 gennaio 2008
Papa invitato e respinto: dopo l'immondizia vergogna nazionale, i rifiuti di una laicità spazzatura storica con all'origine la protesta di nostalgici del comunismo stalinista esaltato per decenni quando la sua antireligione mieteva milioni di vittime. Preoccupa la piccola banda di sciagurati " "un centinaio" ("La Stampa", p. 1) " che si è vista festeggiare: certi rifiuti, pur riciclati, restano dannosi. In tema Malpelo trova a Radio Radicale e in pagina la festa di Pannella, Bonino e devoti di serie: «il Papa parla sempre, evviva se una volta tace!». In realtà se c'è qualcuno che parla sempre, 24 ore su 24 ai microfoni, sono loro, che ieri mattina censuravano accuratamente gli applausi scomodi della Camera durante la seduta con l'annuncio delle dignitose dimissioni del ministro della Giustizia. La vera differenza è che loro sanno " anche se non se lo dicono " che il Papa parla e tanti lo ascoltano; loro parlano e nessuno, qualche eccezione ogni 50 anni, se li fila. La paura "laicista" spiega tutto e fa anche danni con effetti ridicoli. Ieri su tutti i giornali spiccavano politici e direttori sconcertati per il mancato evento. Tanti coccodrilli in lacrime! Organi di partito e affini ("Unità", "Liberazione" e "Repubblica" in testa) sembravano ultras entusiasti della scelta contro la presenza del Papa alla Sapienza. Cervelli politici e direttori di giornale ipocriti? Tre belle eccezioni ("Corsera", p. 3 e 5): il presidente Napolitano scrive al Papa, il rabbino capo Riccardo Disegni rinnova l'invito al Papa in Sinagoga e Massimo D'Alema dichiara che così «il fango cresce». Sì: la spazzatura impazza.
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