Ma sì, al volo, perché anche in pagina grandina e tira un forte vento di follia, che crea mulinelli di confusione. Ieri giornali come "L'Unità" sparano in prima pagina che "i cattolici non sono d'accordo con Ruini" e allora qualcuno pensa che, in fondo, tra i cattolici ci sono anche il presidente della Cei e quello della Commissione di bioetica dell'Università Cattolica, ed ecco "Il Corsera" (p. 18): "Il cardinale Camillo Ruini e monsignor Elio Sgreccia non sono d'accordo con Ruini". Testuale! Effetto dell'overdose di turno, ma non isolato. L'altro ieri sulla "Stampa" (p. 3) la vedova Welby, alla domanda se il marito fosse credente rispondeva testuale: "Non so se pensasse davvero che esistesse un al di là o se credesse in Dio". Eppure ieri sull'"Unità" lo scrittore arruolato nel servizio di turno, dall'alto della prima pagina assicurava: "Welby era un credente". Chissà come lo ha saputo, lui? Così i giornali diventano circhi di saltimbanchi. Vale anche per un commento irritato di Angelo Pezzana, su "Libero", che evidentemente non digeriva l'Abbé Pierre da vivo, e scrive di non essere del tutto d'accordo con chi lo chiamava "sovversivo della carità" o "sacerdote dei poveri". Poi lo dimostra così: "Se lo paragoniamo a un qualunque Sciùr Brambilla, un imprenditore che col suo lavoro, con la sua azienda, crea lavoro, quindi ricchezza, non possiamo non notare quanto l'abbé Pierre risulti perdente", perché "i poveri, a furia di carità, sono rimasti tali". Ha sbagliato anche il Papa, evidentemente, che ieri si è permesso un elogio di questo "testimone della carità". Tira vento anche nei cervelli, talora"
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