«Oscurate!» Tanti anni fa l'ordine risuonava dalla strada. C'era la guerra e i militari dell'Umpa (Unione militare protezione antiaerea) gridavano sotto le finestre da cui trapelava luce, possibile indicazione per i bombardieri nemici. Allora l'oscurantismo poteva esser buono. Non è più così. È un'accusa e per esempio ("Il "Fatto", 13/1, p. 8) basta che qualcuno si dica d'accordo col Papa per beccarsi da Pino Corrias l'accusa automatica di «oscurantismo», condita con ironie grossolane e parecchio "corri/ve". Nervosismo piuttosto frequente. L'altro giorno in tv Augias sbandierava a più riprese sullo schermo che «il 67% degli italiani è pro eutanasia». Qualcuno nei sondaggi ha fatto scuola anche tra gli avversari, e anch'essi tirano l'acqua ai loro mulini. Quando però il "teologo" devoto con cui egli dialogava ha osato dire di essere contrario non solo all'accanimento terapeutico, e quindi per la sospensione di cure sproporzionate e inefficaci, ma anche all'eutanasia vera, quella che uccide, lui subito sorvolava, come per paura che gli crollasse all'improvviso l'altarino laico. A ciascuno i propri oscurantismi! Che in altra forma tornano anche quando qualcuno dichiara non solo irrisolto da sé, ma irrisolvibile da tutti ogni problema che non riesce a superare per conto suo. E così ("Repubblica", 12/1, p. 34) sempre Augias proclama come verità assoluta che il grande problema, «unde Malum? Da dove venga e perché esista il Male» è «senza risposta». Suvvia! C'è tanta gente intelligente, da Giobbe in poi, che la sua risposta l'ha data. Augias non è convinto? Va bene, ma ci sono anche gli altri"
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