Il bisogno di amore che ognuno di noi porta dentro ci parla della nostra identità più profonda: ci ricorda che non siamo mai completi, che la verità sta nella relazione e che siamo creature continuamente aperte all'infinito. Questo orizzonte accomuna l'esperienza di ogni innamorato a quella dei martiri: quando uno capisce dove si trova la fonte dell'infinito, il tesoro più prezioso, è disposto a rinunciare alla propria vita per mettersi alla sua ricerca. Non è chiaro perché san Valentino sia il il patrono degli innamorati e dei fidanzati, ma di certo essi hanno in questo vescovo martire l'esempio di un uomo che aveva trovato il proprio tesoro e seppe farlo fruttare. La vicenda di questo pastore di Terni si colloca tra il III e il IV: catturato per aver convertito alcuni personaggi “in vista” della Roma pagana, fu torturato e decapitato. Il corpo fu recuperato dai discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, che per questo vennero martirizzati a loro volta.
Altri santi. San Nostriano di Napoli, vescovo (V sec.); santi Cirillo e Metodio, patroni d'Europa (IX sec.).
Letture. At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9.
Ambrosiano. Is 52,7-10; Sal 95; 1Cor 9,16-23; Mc 16,15-20.
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