martedì 6 settembre 2022
È notte fonda, la voce al telefono è strozzata, il respiro affannoso. «Non ce la faccio più, adesso dovete lasciarmi solo». Laura, segretaria in uno studio legale, intuisce che nelle parole dell'avvocato per cui lavora si nasconde un grido di aiuto. Si precipita nell'ufficio, l'uomo giace sul pavimento, lo sguardo allucinato.
Non c'è tempo da perdere, chiama l'ambulanza che a sirene spiegate raggiunge l'ospedale. Intossicato da un cocktail di farmaci da lui stesso preparato, l'uomo viene miracolosamente salvato. Il giorno dopo la voce al telefono è affaticata ma le parole sono piene di gratitudine. «Grazie Laura, ti devo la vita. Dio è stato buono con me, vuole che resti ancora su questa terra». Nessuno pensava che i problemi familiari e le difficoltà economiche potessero spingerlo a un gesto estremo. E la donna non immaginava che, con tutti gli amici che aveva, decidesse di telefonare proprio a lei, la sua anziana segretaria. Eppure è proprio a lei che ha pensato quando la disperazione ha colmato la misura, e l'idea di farla finita ha preso possesso della sua mente. Lo sguardo di Laura, sempre lieto perché alimentato da una fede semplice e profonda, aveva lasciato il segno nel cuore dell'uomo. E il ricordo di quel volto aveva dato voce al grido di dolore che gli ha salvato la vita.
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