Kant li contrapponeva ai “giudizi analitici”, tipici del Razionalismo, mentre loro, i “giudizi sintetici”, erano propri dell’Empirismo. Cioè, al contrario dei primi, aggiungevano qualcosa di nuovo alle caratteristiche del soggetto. Qualcosa che si può scoprire soltanto “dopo” un’esperienza. Proprio come la valutazione di un’interrogazione o un compito in classe, che arriva a lavoro ultimato. E, se positivo, può ravvivare la giornata allo studente che lo riceve, ma pure far diluviare, se negativo, anche se fuori splende il sole. Una sola cosa, la valutazione, non potrà mai fare: definire la persona cui è indirizzata. Che vale più di qualsiasi voto.
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