martedì 14 gennaio 2014
Ieri sul "Fatto" tutta p. 5 sulla «depressione». Vittorino Andreoli, psicoterapeuta di grande notorietà – «Guarire si può, ma con cure mirate» – e foto con storie di 12 vip (sport, cinema, musica, spettacolo e cultura in genere) che hanno affrontato o ancora affrontano il problema. Lì sotto «La psicoterapia come via di salvezza», tre colonnine a firma "ch.da." con questo inizio: «La fede in Dio è un altro modo di affrontare il disturbo depressivo». L'intervista ad Anselm Gruen, monaco benedettino, «300 libri all'attivo e 35 corsi di meditazione all'anno», pare del tutto diversa dal resto della pagina: «Alla Chiesa non spetta valutare la depressione. Prende atto che esiste e aiuta come può… Tra le cause della depressione… c'è (anche) una mancanza di radici e di fede che invece sono importanti (e) la fede in Dio ci regala fiducia nella vita e ci fa vedere che la vita può avere un senso, che è benedizione per me e per gli altri». Ecco: la fede, e in particolare quella che germina sul tronco della tradizione ebraico-cristiana, può anche non servire a nulla in senso mondano, utile per «sapere» e «potere», ma presa sul serio offre all'esistenza dell'uomo, e del mondo intero, il suo significato ultimo… Davvero ben "Fatto"!
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