Una preoccupante confusione tra reale e virtuale: è il nichilismo dei «puri»
sabato 24 maggio 2008
Temo la smaterializzazione della nostra civiltà e delle nostre abitudini quotidiane come un virus culturale che potrà portarci (spero di no) ai confini di una civilizzata barbarie. Tutto o quasi avviene attraverso la mediazione di tecnologie che sostituiscono le cose reali con la loro immagine. In guerra e in pace, lanciando missili o compiendo operazioni finanziarie, il nostro sguardo fissa un video o un display. Ci basta dare un colpetto sulla tastiera e la cosa avviene: istantaneamente, a distanza, senza coinvolgimento fisico. L'ebbrezza da onnipotenza digitale comincia con l'infanzia e l'adolescenza, passando attraverso l'apprendistato dei videogiochi. La familiarità con qualunque oggetto reale e tridimensionale diminuisce. Si indebolisce la percezione diretta dell'ambiente circostante attraverso i cinque sensi. Con la modernità tutto è stato reso più provvisorio e veloce. Ora, negli ultimi decenni, molte entità solide e l'intera vita sociale diventano "liquide", poi aeree, infine puramente visive e incorporee. Immagini fittizie e virtuali. I testi scritti perdono il loro carattere di stabilità e la loro autorità. Le opere d'arte non le vogliamo più permanenti e intoccabili. Le preferiamo manipolabili a piacere. Ogni limiti esterno, ogni resistenza oggettiva ci sembra una prepotenza della realtà ai nostri danni.
Questa graduale smaterializzazione e liberazione dell'esperienza dai confini spaziali e temporali potrà avere conseguenze imprevedibili sulla mente umana, sull'intera cultura e sui rapporti sociali. La libertà si rifugia in pratiche autistiche, che evitano ogni rischio e attrito. Gli altri tendono a diventare ombre o sagome mobili. E credo che la minaccia tocchi una delle idee centrali del cristianesimo: l'incarnazione. Oggi si annuncia un nichilismo di "puri spiriti" ubiqui e cancellabili. Ma i morti e la violenza sono reali. L'enorme massa di rifiuti (anche elettronici) che produciamo, nessuno li farà sparire spingendo un tasto, né la natura smetterà di ricordarci che non siamo padroni del mondo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: